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Joseph Roth

    2 settembre 1894 – 27 maggio 1939
    Joseph Roth
    La leggenda del santo bevitore
    Viaggio in Russia
    La cripta dei cappuccini
    Il caffè dell'Undicesima Musa
    Le città bianche
    Al bistrot dopo mezzanotte
    • Joseph Roth non fu soltanto un grande narratore, uno dei pochi del Novecento che reggano il tempo vivificandosi sempre di più. Fu anche uno stupefacente scrittore per giornali, nel senso che in pochi anni profuse sui quotidiani austriaci e tedeschi una quantità enorme e variegata di scritti di ogni genere, che basterebbero da soli a costituire un’opera di altissima qualità. Roth, come scrisse Soma Morgenstern, era «un descrittore nato, e del genere più illustre», capace di applicarsi a qualsiasi spettacolo della vita. In questo volume, il primo di una serie dove appariranno molti degli scritti brevi di Roth, il soggetto è una città: Vienna, stremata da una guerra che aveva significato una devastazione capillare e insieme la fine di un Impero. E nessun testimone poteva osservare quel mondo con sguardo altrettanto lucido e partecipe. Mondo disarticolato, che si misura sulle quotazioni della borsa nera, dove tutti sembrano artisti di circo (o comparse del nuovo universo cinematografico) in attesa di una scrittura – e fra loro si mescolano alcuni pazzi dello Steinhof. Mondo di cui Joseph Roth, più di ogni altro, fu il cronista e il cantore.

      Il caffè dell'Undicesima Musa
    • La vita del giovane Trotta, rampollo di una famiglia viennese divenuta nobile grazie al gesto eroico di un prozio che salvò la vita all'imperatore Francesco Giuseppe, trascorre senza alcuna preoccupazione se non quella di sperperare soldi e perdere tempo in compagnia di amici sfaccendati. Finché l'esperienza della guerra e della prigionia darà inizio a una lunga sequenza di disgrazie che, malgrado il matrimonio con la bella Elizabeth, segneranno indelebilmente gli anni della maturità di Trotta. Dilapidato il patrimonio di famiglia, la situazione precipita: la madre muore, la moglie parte in cerca di fortuna come attrice, abbandonando lui e il loro figlio. A questo punto, l'unica cosa che dà al protagonista la forza di andare avanti è la sua fede nell'Impero. Un romanzo dalla portata storica e simbolica eccezionale, caratteristica di tutta l'opera di Joseph Roth, non a caso definito il più grande "cantore" della caduta dell'Impero Asburgico.

      La cripta dei cappuccini
    • Scritta con la lingua semplice e piana che si addice alle leggende, la storia di Andreas Kartak, vagabondo che vive sotto un ponte di Parigi, è una delle più evocative della letteratura novecentesca: amori, vizi e vecchie amicizie impediscono a un uomo colpevole di mantenere la promessa che gli consentirebbe di recuperare onore e dignità perdute. Morirà felice, tra le braccia di una ragazzina sconosciuta, che gli farà dire: "Conceda Dio a tutti noi, a noi bevitori, una morte così facile e così bella!".

      La leggenda del santo bevitore
    • La milleduesima notte

      • 235pagine
      • 9 ore di lettura

      Un’avventura erotica dello Scià di Persia nella Vienna absburgica. Un romanzo dove l’autore torna a essere la pura voce senza nome della favola e muove i suoi personaggi in una spietata partita a scacchi di cui nessuno di essi può essere consapevole e che segnerà, per tutti, la rovina. Intatta, alla fine, rimane solo una collana di perle attorno a cui tutta la storia aveva occultamente ruotato. «Il capolavoro di Joseph Roth, l’esito estremo della sua asciutta disperazione e del suo struggente amore di vivere». Claudio Magris

      La milleduesima notte