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Paolo Nori

    20 maggio 1963

    Questo autore trae ispirazione dalle avanguardie russe ed emiliane, con un focus stilistico e tematico che riflette queste influenze. La sua precedente attività di traduttore tecnico dal russo ha plasmato la sua precisa sensibilità linguistica. La collaborazione con importanti autori italiani lo ha aiutato a sviluppare uno stile letterario unico. È fondatore e redattore di una rivista letteraria, e i suoi saggi appaiono su importanti quotidiani italiani.

    Weg ist sie!
    Garibaldi fu ferito
    I malcontenti
    Via della Trincea
    • 2010

      I malcontenti

      • 166pagine
      • 6 ore di lettura

      "Ecco, intanto che scrivevo 'I malcontenti' mi è venuto da pensare che io stavo cercando di raccontare la storia della relazione tra due quasi trentenni che provano a entrare, come si dice, nel mondo, e che questo tentativo, che ha a che fare con un festival strampalato, viene raccontato da uno che abita sotto di loro, uno che di questo tentativo vede in un certo senso solo i riflessi, i raggi che partono da quell'appartamento e arrivano fino a lui in forma di suoni, confessioni, reticenze e richieste d'aiuto. E m'è tornata in mente la scena centrale di un film di Lubitsch, che è una scena in cui il protagonista maschile, innamorato di una donna misteriosamente scomparsa, invitato a pranzo da un amico, scopre che la moglie del suo amico è la donna di cui lui è innamorato. Questo pranzo viene raccontato da Lubitsch senza riprendere i protagonisti né la sala da pranzo: viene raccontato dalla cucina, in modo perfettamente esaustivo, attraverso i commenti di cuoco, cameriere e maggiordomo sullo stato in cui tornano indietro le varie pietanze, e lo spettatore ha l'impressione di essere davanti a un triplo salto mortale molto ben eseguito. Ecco, intanto che scrivevo 'I malcontenti' mi è venuto da pensare che la relazione tra Nina e Giovanni, a esser capaci, bisognava raccontarla come quel pranzo di Lubitsch.

      I malcontenti
    • 2009

      Via della Trincea

      • 366pagine
      • 13 ore di lettura

      «Nella mia guerra di morti ce ne sono stati parecchi, ma dato il suo carattere confidenziale non è possibile conoscerne la cifra esatta. Meglio parlare di caduti: caduti sul bordo della strada, sul pavimento delle birrerie, davanti alle macchinette mangiasoldi, nei consultori familiari…» Anche Matti Virtanen, ex rockettaro ribelle cresciuto negli anni Settanta, la sua guerra l’ha combattuta. Una guerra mai dichiarata, senza eroi né monumenti, ma non per questo meno logorante: la Guerra di Liberazione delle Donne. Da vent’anni lava, stira, cucina, ha rinunciato a tutto per dedicarsi con snervante devozione alla cura della famiglia e del focolare, arrivando perfino ad assorbire le tipiche frustrazioni da casalinga. Ma ecco che nella tregua armata della quotidianità un giorno esplode una granata: una richiesta di troppo di Helena e Matti vede la propria mano sferrare un pugno che non avrebbe mai pensato di avere dentro, e di colpo tutto è perduto. Derelitto e abbandonato, si rende conto che quelli come lui, i “reduci del fronte domestico”, hanno una sola salvezza: la Casa. Solo diventando proprietario di una vera casa con giardino e alberi di melo, una di quelle villette di via della Trincea destinate ai reduci della Grande guerra potrà riprendersi la famiglia, l’adorata bambina, l’amore. Tra personaggi paasilinniani e il sospetto che “l’economia di mercato non sia che uno pseudonimo dei lavori forzati”, Hotakainen mette in scena la sua ironica, commovente e amara commedia del vivere contemporaneo. Un romanzo di culto in Finlandia che ha fatto impennare il prezzo delle case in via della Trincea, specchio di un paese in cui un libro può influire sul mercato immobiliare.

      Via della Trincea
    • 2000