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Georges Simenon

    13 febbraio 1903 – 4 settembre 1989

    Georges Simenon, maestro della prosa suspense, era rinomato per la sua straordinaria prolificità e la sua acuta capacità di cogliere le complessità della psiche umana. La sua vasta opera, che abbraccia centinaia di titoli, è caratterizzata da una profonda visione della natura umana e da una narrazione magistrale. In particolare, le sue storie poliziesche con l'Ispettore Maigret hanno trasceso le barriere linguistiche e affascinato il cinema e la radio, dimostrando il suo talento nel creare personaggi indimenticabili e trame avvincenti. Oltre ai suoi famosi detective, Simenon ha esplorato le profondità della motivazione e dell'esperienza umana nei suoi romanzi psicologici e nelle opere autobiografiche, consolidando la sua eredità come figura di spicco della letteratura del XX secolo.

    Georges Simenon
    Maigret e i vecchi signori
    L'uomo che guardava passare i treni
    Le inchieste di Maigret: Maigret e l'affittacamere
    Maigret si defende
    L’ombra cinese
    La finestra dei Rouet
    • 2015
    • 2013
    • 2011

      La stanza era piuttosto spaziosa, e i vetri delle due finestre erano stati rimpiazzati da cartoni e carta da pacchi. Il pavimento sconnesso, con larghe fessure tra i listelli di legno, era ingombro di un incredibile ciarpame, oggetti per lo più rotti e totalmente inutilizzabili. Colpiva, in particolare, sopra una branda di ferro coperta da un vecchio pagliericcio, un uomo completamente vestito e palesemente morto. Il petto era coperto di sangue rappreso, ma il volto aveva conservato un'espressione serena. L'abbigliamento da barbone strideva con il volto e le mani. Era piuttosto anziano e aveva lunghi capelli argentei dai riflessi azzurrini. Anche gli occhi erano azzurri, ma la loro fissità metteva a disagio e Maigret glieli chiuse. Portava baffi bianchi leggermente arricciati e un pizzetto, bianco anche quello, alla Richelieu. Per il resto era rasato di fresco, e Maigret ebbe un'altra sorpresa notando le mani estremamente curate. «Sembra un vecchio attore nel ruolo di un barbone» mormorò.

      Maigret e l'uomo solitario
    • 2010

      «Ma cos’hanno i romanzi di Simenon, che ci rimangono incollati alle mani e non ci danno tregua fino all’ultima pagina? E perché ogni volta ci lasciano dentro un’amarezza strana, come se ci avessero portato in un punto dove non volevamo arrivare, che non volevamo conoscere? La risposta probabilmente sta nella profonda onestà intellettuale di Simenon, nella sua incapacità di mentire, di raccontarci la vita migliore di quello che è ... i suoi romanzi nascono dalla consapevolezza di ciò che veramente sono gli esseri umani, di quali forze segrete li muovono, e di quanto provano inutilmente a dimenticare la propria implacabile sostanza. Una conferma arriva da questo romanzo del 1954, L’orologiaio di Everton ». Marco Lodoli

      Gli Adelphi - 368: L'orologiaio di Everton
    • 2010

      «Si sforzava, suo malgrado, di immaginare quella coppia di stranieri eleganti, sbucata Dio solo sa da dove nello studio di un modesto medico di quartiere. Pardon aveva capito subito che quei due non appartenevano al suo mondo, né a quello di Maigret o della gente che, come loro, abitava attorno a rue Picpus. Capitava spesso, al commissario, di imbattersi in personaggi di quel tipo, che a Londra, New York o Roma si sentono come a casa propria, prendono l’aereo come gli altri prendono il métro, scendono in alberghi di lusso e, a qualunque latitudine, ritrovano le loro abitudini e i loro amici. È una sorta di massoneria internazionale, e non solo del denaro, bensì di un certo stile di vita, di certi atteggiamenti, e anche di una certa morale, diversa da quella del comune mortale. Con loro Maigret non si sentiva mai del tutto a proprio agio, e a stento reprimeva un’irritazione che si sarebbe potuto scambiare per invidia».

      Le inchieste di Maigret - 364: Maigret e il caso Nahour
    • 2009

      «Leggi...» disse mettendo davanti a Janvier la deposizione della ragazza. Alla ventesima riga Janvier arrossì, così come era arrossito Maigret al mattino in questura. «Chi mai si è permesso di...». Bravo Janvier! Lui e Lucas erano i più vecchi collaboratori di Maigret e fra loro tre non servivano tante parole per capirsi. Subito, senza bisogno di pensarci sopra, Janvier era arrivato alla stessa domanda, quella che Maigret, essendo direttamente coinvolto, ci aveva messo più tempo a formulare. «Chi c’è dietro?». «È proprio quello che vorrei sapere... Chi c’è dietro...».

      Maigret si defende
    • 2009