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Sajjid Kašua

    31 luglio 1975
    Sajjid Kašua
    Tanzende Araber
    Zweite Person Singular
    Track Changes
    E fu mattina
    • 2019

      Track Changes

      • 224pagine
      • 8 ore di lettura

      This novel offers a profound exploration of the narratives that shape the identities of Palestinians and Israelis, delving into the complexities of personal and national memory. Sayed Kashua crafts an intimate portrayal that challenges readers to confront the often-painful truths behind these intertwined histories. Through his daring storytelling, he reveals the blurred boundaries between individual experiences and broader cultural conflicts, making it a compelling reflection on identity and belonging.

      Track Changes
    • 2011

      Sayed Kashua erzählt die kunstvoll verwobene Geschichte zweier arabischer Israelis, die sich nichts sehnlicher wünschen, als Teil des jüdischen Israels zu sein. Doch in einem kulturell tief gespaltenen Land bleiben die Glücksversprechen der Popkultur und eines westlichen Individualismus zwangsläufig leer.

      Zweite Person Singular
    • 2005

      E fu mattina

      • 224pagine
      • 8 ore di lettura

      Per qualche tempo l’uomo che ci parla di sé in questo romanzo è riuscito a ingannare il proprio destino. Arabo israeliano, si è integrato nella comunità degli ebrei, è andato a vivere in una grande città, ha fatto carriera nel giornalismo allontanandosi dalla sua famiglia e dal provincialismo del paese dove è nato. Quando il successo è a portata di mano, però, il destino lo prende in trappola, e una nuova fiammata di ostilità fra palestinesi ed ebrei lo inchioda al ruolo di intruso osteggiato. L’unica soluzione è il ritorno nel paese delle origini con la speranza che, tra la gente che conosce da sempre, almeno possa sentirsi al sicuro. Ma tornare indietro è impossibile. Il paese della memoria non c’è più e i volti familiari che lo popolavano sono irriconoscibili, sfigurati da un cinismo meschino, da una comica ossessione per il denaro e da un ottuso conformismo. Un giorno, mentre cerca di recarsi nella grande città, scopre che è impossibile uscire dal paese. I soldati bloccano tutte le strade e nessuno sa perché. Nel corso di questo assedio interminabile e incomprensibile la tensione, le sofferenze e le paure mettono a nudo le debolezze di una comunità tutt’altro che solidale e la fragilità del protagonista, che, insieme all’indignazione per un Paese capace di tormentare i propri cittadini, sente crescere anche l’avversione per la sua stessa gente. Un drammatico crescendo, sempre più claustrofobico, farà precipitare l’irrimediabile senso di solitudine e di esilio cui nessuna svolta politica può porre rimedio.

      E fu mattina
    • 2002

      Aufgewachsen ist er in dem arabischen Dorf Tira, mit der Legende seines 1948 ums Leben gekommenen Großvaters und einem ehrgeizigen Vater, der in seiner Jugend die Universitätscafeteria in die Luft gejagt und dafür zwei Jahre im Gefängnis gesessen hat und nun hofft, dass sein Sohn Pilot wird oder zumindest der erste Araber, der eine Atombombe baut. Der Sohn stellt sich allerdings als »Feigling« heraus, genau wie seine Brüder: »Mein Vater versteht nicht, warum ich und meine Brüder so geworden sind. Wir können nicht einmal eine Fahne zeichnen. Er sagt, dass andere Kinder — manche sind sogar jünger als wir — durch die Straße marschieren und dabei »PLO — Israel NO« singen, und dann wirft er mir vor, dass ich wahrscheinlich nicht einmal weiß, was PLO heißt.« Der Erzähler flüchtet sich hinter eine Vielzahl von Masken und muss doch verzweifeln an dem unauflösbaren Konflikt der Identitätsfindung — weder in der arabischen noch in der jüdischen Welt findet er eine innere Heimat. Ein mutiges und hellsichtiges Buch, dessen sanfte Selbstironie und melancholischer Witz überraschen.

      Tanzende Araber