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Oliver Sacks

    9 luglio 1933 – 30 agosto 2015
    Oliver Sacks
    On the Move
    L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello
    L'occhio della mente
    Zio Tungsteno
    Un antropologo su Marte
    Gratitudine
    • 2016

      I quattro scritti qui raccolti sono la lettera di congedo che Oliver Sacks ha voluto indirizzare ai suoi lettori, dapprima rendendoli partecipi delle proprie sensazioni di fronte alla soglia degli ottant'anni, e più tardi informandoli, con perfetta sobrietà, di essere affetto da un male incurabile. Ma non ci si inganni: sono pagine vibranti di contagiosa vitalità quelle che Sacks ci regala, dove più che mai si respirano freschezza, passione, urgenza espressiva. Come quando, riflettendo sulla vecchiaia, rivela di percepire «non una riduzione ma un ampliamento della vita mentale e della prospettiva»; o quando si ripromette, nel breve tempo che gli resta, di «vivere nel modo più ricco, più intenso e più produttivo possibile»; o quando racconta di aver visitato, fra una terapia e l'altra, il centro di ricerca sui lemuri della Duke University: «... mi piace pensare che, cinquanta milioni di anni fa, uno dei miei antenati fosse una piccola creatura arboricola non troppo dissimile dai lemuri odierni»; o quando, pochi giorni prima della morte, contemplando la sua vita dall'alto «quasi che fosse una sorta di paesaggio», ne rievoca i momenti essenziali: del tutto simile, in questo, a un filosofo da lui molto amato, David Hume, il quale, appreso di avere una malattia mortale, scriveva nella sua breve autobiografia: «È difficile essere più distaccati dalla vita di quanto lo sia io adesso».

      Gratitudine
    • 2011

      Storie di amputazioni e deformazioni affettivo-cognitive che sembrano sfociare in drammi senza rimedio. Sacks mostra come ogni ferita attivi inaspettate strategie adattative, una impensabile capacità di conservare o ridisegnare ciò che viene esperito. il neurologo-scienziato parla infatti sia della prosopagnosia di cui è affetto (l'incapacità di riconoscere i volti), sia dell'odissea legata a un melanoma maligno all'occhio destro, i cui sintomi si materializzano un sabato del dicembre 2005, al cinema, sotto forma di una macchia dai contorni iridescenti. Nel rivivere le fantasmagorie percettive scatenate dal tumore, Sacks prosegue così la sua esplorazione del versante creativo di ogni malattia, che in questo caso si manifesta nelle infinite modalità con cui ogni occhio e ogni mente inventano e reinventano l'inafferrabile vastità del mondo esterno

      L'occhio della mente
    • 2006

      Zio Tungsteno

      • 412pagine
      • 15 ore di lettura

      Con questo libro, il suo più personale sino a oggi, Oliver Sacks ci riporta indietro di sessant'anni, aprendoci le porte di una grande casa edoardiana di Londra, in cui viveva un bambino timido e introverso con la passione per la chimica: di fronte al multiforme e al caotico, all'incomprensibile e al crudele, la nettezza, la purezza, la consistenza del metallo hanno per il piccolo Oliver un valore simbolico, quasi la materializzazione di "idee chiare e distinte" e di un ordine stabile. Il tramite naturale verso questo mondo fantastico è Dave, zio Tungsteno, quello che fabbricava le lampadine, ritratto nel suo laboratorio, con le maniche rimboccate e le mani nere per la polvere del metallo. E al lettore sembra di assistere a una dimostrazione della teoria di Haeckel: sotto i suoi occhi, quella che potremmo definire l'ontogenesi intellettuale di un ragazzino curioso ripercorre, ricapitolandone le tappe essenziali, la filogenesi della scienza.

      Zio Tungsteno
    • 2001

      «Sono un appassionato lettore di storie cliniche ... ma non ho mai letto dei racconti psicologici così intensi come quelli narrati da Oliver Sacks nell’Uomo che scambiò sua moglie per un cappello ... È un libro che vorrei consigliare a tutti: medici e malati, lettori di romanzi e di poesia, cultori di psicologia e di metafisica, vagabondi e sedentari, realisti e fantastici. La prima musa di Sacks è la meraviglia per la molteplicità dell’universo» PIETRO CITATI

      L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello
    • 1998

      Dopo L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, una sequenza di «romanzi neurologici» raccontati dallo scrittore che più di ogni altro sa entrare nel mondo a parte della malattia, talora distante da noi come un pianeta che aspetti di essere visitato e capito da un antropologo.

      Un antropologo su Marte