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Jonathan Franzen

    17 agosto 1959

    Jonathan Franzen è un autore i cui romanzi approfondiscono le complessità della vita moderna. Le sue opere esplorano frequentemente le dinamiche familiari, le tendenze sociali e la ricerca di significato nei tempi contemporanei. La prosa di Franzen è riconosciuta per la sua acuta intuizione e la sua capacità di catturare la profondità psicologica dei suoi personaggi. Scrive sull'esperienza di essere umani nell'era attuale, con i suoi libri che spesso suscitano forti risposte emotive e spingono a una profonda riflessione.

    Jonathan Franzen
    The Short End of the Sonnenalle
    The Kraus Project. Das Kraus-Projekt, englische Ausgabe
    Zona disagio
    Quello che rimane
    Come stare soli. Lo scrittore, il lettore e la cultura di massa
    Libertà
    • 2011

      Libertà

      • 622pagine
      • 22 ore di lettura

      Patty e Walter Berglund erano i nuovi pionieri della vecchia St. Paul, in Minnesota: campioni della “gentrificazione”, genitori a tutto tondo, avanguardisti della Whole Food generation, la generazione del cibo sano. Patty era il prototipo del vicino di casa ideale, quello che sa dirti dove gettare le batterie esauste o come far sì che i poliziotti di quartiere facciano il loro lavoro come si deve. Era una madre d’invidiabile perfezione e una moglie dei sogni per Walter. Insieme a lui – avvocato ambientale, pendolare in bicicletta, tutto lavoro e famiglia – stava facendo la sua piccola parte per costruire un mondo migliore. Ma ora, nel nuovo millennio, i Berglund sono diventati un mistero. Perché il loro figlio adolescente è andato a stare con la famiglia brutalmente repubblicana della porta accanto? Perché Walter ha accettato di andare a lavorare per un colosso del carbone? Che ci fa ancora nella loro vita Richard Katz, rocker eccentrico nonché migliore amico e rivale di Walter al college? E soprattutto, che cosa è successo a Patty? Perché la stella fulgente di Barrier Street è diventata «un vicino di casa di tutt’altro tipo», una furia implacabile che perde il controllo sotto gli occhi attenti del vicinato? Nel suo primo romanzo dai tempi delle “Correzioni”, Jonathan Franzen ci dà un’epica dell’amore e del matrimonio contemporanei. “Libertà” cattura le tentazioni e gli oneri dell’essere liberi nei loro aspetti comici come in quelli tragici: il brivido delle pulsioni adolescenziali, i compromessi traballanti della mezza età, i redditi delle aree suburbane, il peso di un impero. Registrando gli errori e le gioie dei vividi personaggi di “Libertà” nella loro lotta per imparare a vivere in un mondo sempre più confuso, Franzen ha prodotto un ritratto del nostro tempo indelebile e di grande impatto emotivo.

      Libertà
    • 2006
    • 2003

      Quello che rimane

      • 191pagine
      • 7 ore di lettura

      Otto and Sophie Bentwood live childless in a renovated Brooklyn brownstone. The complete works of Goethe line their bookshelf, their stainless-steel kitchen is newly installed, and their Mercedes is parked curbside. But after Sophie is bitten on the hand while trying to feed a half-starved neighborhood cat, a series of small and ominous disasters begin to plague their lives. The fault lines of their marriage are revealed — echoing the fractures of society around them, slowly wrenching itself apart. First published in 1970 to wide acclaim, Desperate Characters stands as one of the most dazzling and rigorous examples of the storyteller's craft in postwar American literature — a novel that, according to Irving Howe, ranks with "Billy Budd, The Great Gatsby, Miss Lonelyhearts, and Seize the Day." "A towering landmark of postwar Realism…A sustained work of prose so lucid and fine it seems less written than carved." —David Foster Wallace

      Quello che rimane
    • 2003

      La riflessione sulla solitudine è il filo rosso che lega fra loro questi tredici saggi, pubblicati fra il 1994 e il 2001 in diverse riviste americane. Tuttavia il lettore che si addentra nel variegato insieme di generi e argomenti affrontati nella raccolta non si sente mai solo: l'autore, con il suo stile inconfondibile e il suo appassionato spirito critico, è infatti una presenza viva e costante. Il linguaggio brillante e raffinato di Le correzioni ritorna nelle sue molteplici sfaccettature, adattandosi docilmente alle esigenze via via: del saggio letterario (il famoso e discusso articolo di Harper's sul destino del romanzo americano e su ciò che resta del compito «sociale» dello scrittore); del racconto autobiografico (Il cervello di mio padre, toccante resoconto della lotta del padre contro l'Alzheimer; Ci vediamo a St. Louis, sui retroscena del «caso Oprah»); del «pezzo di costume» (Libri a letto, divertente indagine sui libri di sessuologia popolare; L'alcova imperiale, lucida analisi della confusione tra sfera pubblica e sfera privata e dell'ossessione americana per la privacy); del giornalismo di indagine (il reportage sulle carceri di massima sicurezza americane intitolato Unità di controllo). Alla base di tutti questi saggi, come afferma lo stesso autore, c'è «il problema di preservare individualità e complessità in mezzo al frastuono e alle distrazioni della cultura di massa: la questione di come stare soli», ovvero il coraggio di coltivare una solitudine che fa paura ma che può diventare la chiave per la nostra sopravvivenza spirituale.

      Come stare soli. Lo scrittore, il lettore e la cultura di massa