Long recognised as a timeless comic masterpiece-it inspired a Mel Brooks film
a half century after its publication-The Twelve Chairs appears now in a lively
new translation by Anne O. Fisher. Fisher, the most gifted interpreter of Ilf
and Petrov in the English language, balances fidelity to the text and the
authors' characteristic, deeply resonant humour.
The funniest novel of the Soviet era, this translation is based on the uncensored original thus restoring missing passages. Set during the New Economic Policy, con man Ostap Bender and his merry band of mischief makers set of on a raucously funny jaunt across the 'wild west' of the early Soviet Union. Their mark is Alexander Koreiko, another shady figure who exploited the corruption and chaos of the NEP to become an underground millionaire. Once Bender hears of Koreiko, the chase is on.
Quando, nel 1962, apparve sulla rivista "Novyi Mir" questo romanzo, tra i più noti e discussi di Solzenicyn, fu chiaro che qualcosa di completamente nuovo stava accadendo nella letteratura sovietica: per la prima volta, infatti, si osava descrivere la realtà dei campi di concentramento stalinisti, sebbene, come ebbe a dire Tvardòvskij, il racconto evitasse volutamente "di porre in risalto quelle aperte violazioni alla legalità sovietica che si esprimono in orrende crudeltà e arbitrii". Con questa narrazione piana, precisa, puntigliosa, priva di astio di "una delle giornate più ordinarie della vita del campo, dalla sveglia alla ritirata", Solzenicyn ci ha consegnato il racconto di un incubo che ha assunto il valore storico e letterario di una liberazione. E accanto al dubbio, al sospetto, alla tensione diffusa che avevano avvelenato la vita dei sovietici negli anni Trenta, ci sono qui il paesaggio, la lingua e l'anima della Russia che pervadono la ricerca espressiva del grande scrittore.