Carl Schmitt Libri
Carl Schmitt fu un giurista e teorico politico tedesco le cui opere influenti emersero durante la Repubblica di Weimar. Le sue teorie sulla sovranità, sulla crisi della democrazia parlamentare e sulla politica radicata nella distinzione amico-nemico hanno plasmato il suo pensiero. Sebbene Schmitt mirasse a difendere la Costituzione di Weimar, i suoi scritti segnalarono a volte uno spostamento verso un quadro politico più autoritario. La sua successiva produzione accademica si concentrò sul diritto internazionale, criticando il cosmopolitismo liberale e culminando nella sua opera fondamentale sull'ordinamento giuridico internazionale.







Carl Schmitt sommo giurista del Führer
- 40pagine
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L'antisemitismo ha rappresentato una componente sostanziale della militanza nazionalsocialista di Carl Schmitt. Gli entusiasti ammiratori di questo acerrimo nemico del liberalismo preferiscono tuttavia dimenticare quella che, al fondo, considerano solo una sfortunata parentesi nel percorso intellettuale di un pensatore che non esitano a paragonare a Tucidide. Ora, da un po' di tempo a questa parte, quell'oblio si è fatto attivo: si è tramutato in aperto invito a non leggere i documenti più compromettenti, a cancellare il "dettaglio nazi" nel pensiero di Carl Schmitt. Contro il dogmatismo e la malafede dei ferventi ammiratori del sommo giurista del Führer, l'autore esercita il diritto di critica: diritto a sollevare tutte le questioni, anche e soprattutto quelle più spinose e scomode e compromettenti. E lo fa a partire dai testi pubblicati da Carl Schmitt tra il 1933 e 1936, che testimoniano incontrovertibilmente del suo antisemitismo.INDICE- Carl Schmitt sommo giurista del FührerCarl Schmitt - Testi antisemiti (1933-1936):- Gli Intellettuali tedeschi- Il Führer custode del diritto- La scienza giuridica tedesca in lotta contro lo spirito ebraico (Relazione conclusiva al Convegno dei docenti di Scuola Superiore del NSRB tenuto il 3 e 4 ottobre 1936)
«Il valore dello Stato» (1914) delinea le principali categorie intellettuali e politiche dello Schmitt maturo. Il libro investe i problemi della contrapposizione fra vita e scienza, fra empiria e diritto, con l’obiettivo di giungere a un punto di vista che consenta un’attiva formazione giuridica dell’esperienza. Nella visione schmittiana, il senso dello Stato consiste nel suo compito di realizzare il diritto nel mondo tramite la decisione, ed è questo compito che fa dello Stato il potere supremo. Esso dunque è il titolare di quell’azione politica che traduce l’idea giuridica nella pratica.
La critica radicale di una parola troppo usata. L'espressione "punto di attacco" svela la potenziale aggressività immanente a ogni posizione di valori. Espressioni come "punto di osservazione" o "punto di vista" sono fuorvianti e danno l'impressione di un relativismo, relazionismo e prospettivismo apparentemente illimitati, e con ciò di altrettanta tolleranza, legata a una sostanziale, benevola neutralità. Ma non appena si è consapevoli del fallo che qui sono in gioco anche punti di attacco, le illusioni neutralistiche cadono.
Nella incessante ricerca sul "politico", sullo Stato e sulle sue contraddittorie ragioni condotta da Carl Schmitt, un momento fondamentale è costituito dal confronto con Hobbes e con la celebre immagine del Leviatano. Mito, macchina, mostro fantastico, persona sovrana: questa figura complessa e ambigua viene qui riletta in una chiave non solo razionalistica e politica ma anche culturale e teologica. Un faccia a faccia sulla razionalità e l'irrazionalità dello Stato moderno, dalle sue origini barocche alla sua drammatica crisi novecentesca