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Heinrich Böll

    21 dicembre 1917 – 16 luglio 1985
    Heinrich Böll
    Opinioni di un clown
    Diario d'Irlanda
    Racconti umoristici e satirici
    Vai troppo spesso a Heidelberg
    Il mestiere inspiegabile
    Come si dovrebbe vivere
    • «Sono nato come suddito di Guglielmo II, e per un anno ho vissuto come suddito di Guglielmo. Avevo quindici anni quando Hitler fu issato al potere...» Invitato da Heinrich Vormweg, noto critico letterario e giornalista, a rileggere il percorso della propria scrittura in rapporto a quello della propria storia, Böll non si fa pregare. E si abbandona in questa intervista a una riflessione sulle stagioni della sua formazione, che è anche un viaggio lucidissimo attraverso i sentimenti di una nazione. Di più: questo mutevole sentimento della storia finisce col promuoversi a stemma del legame fra scrittura e realtà, gettando sulle pagine la sola luce che le può far vivere negli anni. Quella della «contemporaneità». Nella prefazione al volume, Enrico Regazzoni - inviato culturale de la Repubblica - analizza il caso dell'intervista a uno scrittore come variazione sul tema dell'intervista impossibile.

      Il mestiere inspiegabile
    • "So che sei un ragazzo di prim'ordine, hai solo un piccolo difetto: vai troppo spesso a Heidelberg." La fidanzata Carola, i genitori, i futuri suoceri, tutti glielo ripetono, va troppo spesso a Heidelberg. E questo fatto, apparentemente insignificante, basta a incrinare l'intero meccanismo della sua vita, un'esistenza semplice, lineare: la passione per la bicicletta, studi brillanti, un lavoro onesto, un promettente fidanzamento. Questa è la condizione che vive uno dei protagonisti dei racconti compresi nella presente antologia, diciotto bozzetti brevi, anche brevissimi, tra l'aneddoto e lo schizzo, composti da Böll tra il 1947 e il 1979. Istantanee di vita, fugaci apparizioni di personaggi, soprattutto femminili, scolpiti con rapidi tratti, che sanno restituire come poche altre opere un ritratto penetrante della Germania postbellica.

      Vai troppo spesso a Heidelberg
    • Da tre celebri raccolte di racconti di Heinrich Böll è tratta l'antologia della sua vena dissacratoria: storie brevi in cui ha affinato le sue armi per combattere le ipocrisie e le ingiustizie della Germania occidentale. Zampate morbide all'apparenza, in sostanza feroci, alla purulenta illusione della società del benessere.

      Racconti umoristici e satirici
    • Pubblicato per la prima volta nel 1957 e definito dalla critica d'allora "un'utopia", questo libro può essere visto oggi piuttosto come una bella favola arcaica. In una serie di brevi pezzi - ciascuno poco più di un flash - l'autore presenta, con estremo realismo, la verde Irlanda come un paese dove il dolce si mescola all'amaro, la preghiera alla maledizione, un luogo dove la poesia si incontra anche nell'angolo della strada. In queste pagine Heinrich Boll ci ha dato forse - scrive Italo A. Chiusano nell'Introduzione - "la sua unica incantevole 'pastorale': un pezzo di letteratura (ma vorrei dire quasi di musica) che sa veramente di vacanza, di respiro ossigenante, di sogno o di favola. (...) Dopo che avremo letto questo 'Diario' per noi quel paese sarà verde nel modo in cui lo ha visto e goduto Boll." Un libro sull'Irlanda fuori da ogni schema tradizionale: non una guida né un'indagine socio-economica, ma una testimonianza umana e piena di poesia.

      Diario d'Irlanda
    • Come tutti i clown, Hans Schnier si serve di una maschera per svelare la verità, e così facendo le sue pantomime diventano una critica, sarcastica e feroce, al miracolo economico della Germania, che con il nuovo benessere liquida troppo sbrigativamente, insieme al passato, le proprie responsabilità storiche. Anche quando dovrà rinunciare alla professione per un ginocchio fratturato e finirà, incapace di accettare avvilenti compromessi, a mendicare sui gradini della stazione di Bonn, la caparbia capacità di fustigazione di Hans non si attenuerà e le sue "opinioni" saranno accuse sempre più feroci rivolte alla società opulent...

      Opinioni di un clown
    • "E non disse nemmeno una parola" è la cronaca di un fuggevole incontro, dopo quindici anni di matrimonio, tra Fred, che ha abbandonato la casa non sopportandone la soffocante atmosfera di miseria, e sua moglie Käte, che è rimasta tenacemente al suo posto, accanto ai bambini. Il romanzo, considerato da molti il capolavoro di Heinrich Böll, descrive le poche indimenticabili ore che i due trascorrono insieme e che culminano con il tentativo di Fred di riconquistare l'amore della moglie. La vicenda, pura ed essenziale, si svolge entro lo squallido scenario di una città tedesca dell'immediato dopoguerra, tra le torri di una cattedrale gotica, le baracche di una fiera e le tristi stanze di un modesto albergo, dove, in mezzo a discorsi e ripensamenti, Fred e Käte riscoprono un duplice passato di tenerezza e di lotte, di incontri e di separazioni, facendo maturare il destino di una nuova convivenza.

      E non disse nemmeno una parola
    • Pubblicato nel 1971, Foto di gruppo con signora è diventato immediatamente un bestseller mondiale. Nella sua indagine su Leni, affascinante donna sensuale e di carattere, che attraversa gli eventi piú drammatici della Germania contemporanea, Heinrich Böll veste i panni del cronista mettendosi sulle tracce di tutti coloro che l’hanno conosciuta: dal fratello poeta che si distrugge per sottrarsi all’abiezione del nazismo a suor Rahel, dall’affarista Polzer alla prostituta Margret. Attraverso foto, lettere, oggetti personali, Böll ricostruisce la biografia di un’antieroina inserendola nel grande fiume della storia e dandoci l’immagine di un’intera epoca, dall’età guglielmina al secondo dopoguerra. Un libro dalla forte tensione morale, capace di trascorrere dal tragico al grottesco al lirico, «articolato con rigorosa coerenza stilistica architettonica».

      Foto di gruppo con signora