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James Hillman

    12 aprile 1926 – 27 ottobre 2011

    James Hillman è stato uno psicologo americano e il fondatore della psicologia archetipica. Il suo lavoro si è addentrato profondamente nei regni del mito, della filosofia e dell'arte, cercando di comprendere la psiche umana attraverso l'immaginario simbolico. L'approccio unico di Hillman ha enfatizzato l'importanza dell'immagine e della metafora nella vita psicologica, offrendo una prospettiva radicalmente diversa sull'esperienza umana. I suoi scritti invitano i lettori a esplorare gli strati più profondi e archetipici della coscienza, rivelando la ricchezza del mondo inconscio.

    James Hillman
    Ermenegildo Zegna
    Suicide and the Soul
    Healing Fiction
    Philosophical Intimations
    La forza del carattere
    Il codice dell'anima. Carattere, vocazione, destino
    • 2009

      «Per decifrare il codice dell'anima e capire il carattere, la vocazione, il destino, nel suo best seller Hillman si ispira al mito platonico di Er: l'anima di ciascuno di noi sceglie un "compagno segreto" (daimon lo chiamavano i greci, genius i latini, angelo custode i cristiani). Sarà lui a guidarci nel cammino terreno. Eminenti modelli sfilano sotto l'occhio stregonesco di Hillman ... Il suo set è affollatissimo. Judy Garland, Joséphine Baker, Woody Allen, Quentin Tarantino, Hannah Arendt, Manuel Manolete, Henry Kissinger, Richard Nixon, Truman Capote, Gandhi, Yehudi Menuhin, Elias Canetti e tanti altri, con le loro storie d'infanzia e maturità abilmente sezionate dal bisturi analitico, testimoniano apoteosi e disastri. Ma nell'età della psicopatia il ruolo del protagonista spetta a Hitler: il suo demone gli ha cucito addosso la divisa di un prototipo, il criminale dei tempi moderni. Forse di tutti i tempi». Enzo Golino

      Il codice dell'anima. Carattere, vocazione, destino
    • 2007

      La forza del carattere

      • 321pagine
      • 12 ore di lettura

      Non sempre è giusto cedere al fascinoso luogo comune secondo il quale chi muore giovane è caro agli dei, perché così come il carattere guida l'invecchiamento, l'invecchiamento guida il carattere. La senilità, quindi, non è un caso, né una dannazione, né l'abominio di una medicina moderna devota alla longevità, ma la condizione naturale e necessaria affinché si verifichino l'intensificazione e la messa a punto del nostro carattere, ossia della forma del nostro durare. Ma anche se il carattere sopravvive per immagini, invecchiare è una forma d'arte che ogni essere umano deve affrontare perché la vecchiaia si configuri come una struttura estetica che permetta di svolgere il ruolo archetipico di avo cui ogni anziano è chiamato

      La forza del carattere