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Christa Wolf

    18 marzo 1929 – 1 dicembre 2011

    Christa Wolf è stata una romanziera che ha mantenuto una distanza critica dal regime comunista, pur rimanendo una socialista impegnata. La sua opera ha spesso esplorato temi di divisione sociale e conflitti interiori dell'individuo, caratterizzata da profonda serietà morale e forza narrativa. Wolf ha messo coraggiosamente in discussione le speranze e gli errori del suo tempo, ottenendo riconoscimenti per la sua intransigente onestà intellettuale e la sua abilità letteraria. I suoi scritti offrono profonde riflessioni sulla condizione umana in un complesso panorama politico.

    Christa Wolf
    Un giorno all'anno
    Trama d'infanzia
    Parla, così ti vediamo
    Congedo dai fantasmi
    Nel cuore dell'Europa
    Epitaffio per i vivi
    • Per la quindicenne che è l’io-narrante di questo testo, la madre Charlotte è il centro della famiglia, una madre amata che vigila su tutto e parla senza peli sulla lingua. Ma anche Charlotte passa sotto silenzio ciò che è ormai palese: che le notizie dal fronte sono preoccupanti e i convogli di profughi provenienti da est attraversano la città a intervalli sempre più ravvicinati. Fino a quel mattino di gennaio del 1945, quando all’improvviso in corridoio stanno pronti sacchi di biancheria imbottiti di roba, del quadro del Führer resta solo una macchia bianca sul muro e la madre ripone nell’armadio la sua volpe argentata con un gesto definitivo che sua figlia non dimenticherà più. In modo appassionante, toccante e con amorosa ironia Christa Wolf racconta i profondi grovigli di una famiglia, una quindicenne che diventa adulta, il trauma della fuga. Scritto nel 1971, questo racconto inedito è il preludio del successivo, ampio Trama d’infanzia, capolavoro autobiografico che ha avuto fino a oggi un’eco mondiale.

      Epitaffio per i vivi
    • «Scrivere come forma di resistenza contro l'inarrestabile perdita dell'essere». Un giorno all'anno è l'opera più personale di Christa Wolf. Per quarant'anni - a partire dal 1960 - l'autrice ha raccontato ogni 27 settembre, annotando tutte le esperienze, i pensieri e i sentimenti vissuti in quel giorno. Il risultato è una testimonianza incisiva e commovente della sua esistenza di scrittrice, di contemporanea, di donna, madre, cittadina della Repubblica democratica tedesca e poi della Repubblica federale tedesca. «Come accade la vita?» - questa domanda occupa la scrittrice lungo tutti questi anni. Il fatto che il suo lavoro, lo scrivere, sia inscindibile dalla vita della sua famiglia e sia legato alle esigenze di ogni giorno, forma lo sfondo di queste pagine. E proprio attraverso la scrittura l'autrice riesce a «spingersi nell'inesauribile dominio dell'inconscio». Quarant'anni di storia mondiale scorrono davanti agli occhi del lettore filtrati dallo sguardo e dall'esperienza di una testimone d'eccezione.

      Un giorno all'anno
    • Christa Wolf, la cui recente fortuna italiana non accenna a diminuire, non è soltanto una scrittrice di grande talento e di estrema sensibilità: la sua opera critica merita infatti altrettanta attenzione della sua produzione letteraria. A partire da una ricostruzione anche minuziosa del mondo greco, dei suoi miti, della progressiva transizione dalla società matriarcale a quella patriarcale, Christa Wolf si sposta successivamente ad analizzare l'evoluzione della struttura sociale e culturale dell'Occidente, fino a giungere, nella terza lezione, ad una sofferta meditazione sulla minaccia atomica. Il senso della letteratura, qui indissolubilmente legato alla figura di Cassandra, marginale e minoritaria, "schernita e inascoltata", viene recuperato nella capacità di indagare e di dare voce alla vita quotidiana, a quella soggettività altrimenti stritolata dai grandi eventi della storia "maschile ".

      Premesse a Cassandra
    • Cassandra, la veggente figlia di Ecuba e di Priamo, racconta il tramonto e la rovina della sua città e si affollano alla memoria la traversata dell'Egeo in tempesta, l'arrivo a Troia delle Amazzoni, i delitti di Achille la bestia, la rottura con il padre Priamo accecato dal meccanismo inarrestabile della guerra, la vita delle comunità femminili sulle rive del fiume Scamandro, l'amore con Enea. «Sentivo Cassandra come una figura molto significativa per il nostro tempo. Durante un viaggio in Grecia ho visto Micene, ho vissuto con tutti i sensi il paesaggio che era stato di Cassandra. Mi ha interessato cogliere il punto cruciale, alla nascita della nostra cultura, in cui è cominciata quell'alienazione che adesso ci porta vicini all'autodistruzione. Mi ha interessato il momento in cui, con l'avvento della società patriarcale e gerarchica, l'espressione letteraria femminile sparisce per millenni». (Christa Wolf)

      Cassandra
    • Al centro di questo romanzo di Christa Wolf, uno dei suoi libri più belli, si muovono i poeti Heinrich von Kleist e Karoline von Cunderrode. Figli delusi della loro epoca, non hanno spazio «in nessun luogo, da nessuna parte». Christa Wolf immagina di vederli insieme, in un pomeriggio d'estate del 1804, sulle rive del Reno. Sono giovani, eppure prossimi alla fine. Karoline si ucciderà nel 1806, Kleist nel 1811. Nel salotto dove avviene il loro incontro si danno appuntamento personaggi illustri, poeti e scienziati di quell'epoca romantica a cavallo tra una Rivoluzione che va esaurendosi e la Restaurazione strisciante. I due poeti rappresentano una generazione che deve produrre nuovi modelli di vita perché i modelli del passato non valgono più. Sono stranieri in patria, battistrada senza seguito, entusiasti senza eco, voci senza risonanza. Isolati, esclusi da ogni possibilità di azione, relegati e confinati nell'avventura dell'anima, sono consegnati inermi ai propri dubbi, alla disperazione, alla sempre più viva certezza del fallimento. Christa Wolf ricostruisce con maestria un'epoca, un'atmosfera; e una sensibilità che ci appare straordinariamente moderna.

      Nessun luogo. Da nessuna parte
    • La città degli angeli descrive il soggiorno di Christa Wolf a Los Angeles tra il 1992 e il 1993, ospite della Fondazione Getty, soggiorno che coincise con una profonda crisi nella vita della scrittrice, vittima di una violenta campagna di stampa quando, in seguito alla divulgazione dei dossier dei servizi segreti (Stasi) della Germania Est, si scoprì che la scrittrice, oltre a essere stata spiata per più di trent'anni perché considerata una voce scomoda, in precedenza, dal 1959 al 1961, aveva collaborato in modo informale con quegli stessi servizi segreti. Il racconto alterna episodi di vita quotidiana in California, incontri di Christa Wolf con esponenti della econda generazione di ebrei emigrati dalla Germania negli anni Trenta e Quaranta, e il tentativo di ripercorrere le orme degli intellettuali tedeschi esiliati a Los Angeles durante il nazismo (la cosiddetta "Nuova Weimar sotto le palme). Il libro diventa così un tentativo di ricostruire le tappe dell'adesione a un'idea di giustizia sociale che metteva al centro l'essere umano, e contemporaneamente una lucida riflessione su memoria e rimozione.

      La città degli angeli ovvero the overcoat of Dr. Freud