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Erika Mann

    9 novembre 1905 – 27 agosto 1969

    Erika Mann è stata un'attrice e scrittrice tedesca, nota per la sua forte personalità e il suo impegno. La sua opera letteraria ha spesso toccato temi sociali e politici con acuta intuizione. Mann è stata celebrata per il suo acuto intelletto e la sua capacità di penetrare al nocciolo delle questioni nei suoi scritti.

    Erika Mann
    Viaggio intorno al mondo
    Sinfonia patetica
    La scuola dei barbari
    Finestra con le sbarre
    La svolta
    Quando si spengono le luci
    • 2015

      "Finestra con le sbarre" fu pubblicato per la prima volta nel 1937 in Olanda, dove Klaus Mann si era rifugiato fuggendo dalla Germania nazista. Solo nel 1961 esso venne ristampato da un editore tedesco. Nel presentarlo per la prima volta ai lettori italiani, Giacomo Debenedetti scriveva: "Chiamarlo racconto storico può parere un abuso. Non già che i fatti utilizzati da Mann non provengano tutti dalle più sicure fonti storiche sulla vita e sulla morte di Ludwig II di Baviera. Ma l'autore offre al proprio eroe, nel finale del racconto e come al di là della vita, una forse insperata identificazione con Tristano. Nell'arrivo di Elisabeth d'Austria, nella sua corsa alata sullo spiazzo del castello di Berg, quanti echi dello sbarco di Isotta al castello di Kareol, del suo volare dagli spalti al giaciglio dell'amato morente, da lei eletto, da lei perduto".

      Finestra con le sbarre
    • 2013

      Germania, ottobre 1938. Uno straniero passeggia tra i vicoli di una città di provincia. Sono da poco passate le nove di sera e la città è irrealmente deserta e silenziosa, si odono solo il fruscio di bandiere appese alle finestre, l'abbaiare di un cane che si confonde con l'eco di una voce di un uomo. Lo straniero siede ai piedi di un monumento, guarda il cielo, assapora la quiete e la serenità della notte. Non sa che la voce lontana è quella di Adolf Hitler che parla al suo popolo, non sa che da lì a poco tempo dalla Germania partirà l'offensiva che darà inizio alla Seconda guerra mondiale. In Germania, molti intellettuali e artisti sono fuoriusciti da anni, scegliendo o dovendo scegliere l'esilio come autodifesa. Una di loro vuole far capire che cosa sta succedendo, che cosa è già successo e soprattutto quello che ancora potrebbe essere fatto. "Quando si spengono le luci", volume di racconti brevi scritti in presa diretta da Erika Mann in pochi mesi, è testimonianza e appello. L'autrice racconta di gente comune, non di eroi né di criminali al servizio del Terzo Reich: sono viaggiatori, medici, commercianti, contadini, professori universitari, operai, sacerdoti, giornalisti, madri di famiglia e marinai i protagonisti delle sue "storie vere".

      Quando si spengono le luci
    • 2012

      Il romanzo del romanticismo, interpretato attraverso la vita di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Con un processo profondo di identificazione, Klaus Mann descrive i viaggi, la musica, i momenti più intimi, i ricordi d’infanzia del musicista; incontra i compositori dell’epoca; indaga i meccanismi della creazione musicale e rivela il tormento del grande russo, cosmopolita e solitario, geniale e mai pago. Un affresco magistrale dell’Europa fin de siècle, realizzato con passione e partecipazione da uno scrittore che ha sognato di collocare in quell’epoca di grandezza anche il proprio personale dramma.

      Sinfonia patetica
    • 1998
    • 1997

      È per me un piacere poter fare a mia volta da mediatore tra lei e il pubblico, introducendo il suo libro ai lettori moralmente e politicamente interessati. Ha un argomento nefando, questo libro: parla con grande padronanza e cognizione di causa dell'educazione nella Germania nazista, di ciò che il nazionalsocialismo intende con il termine educazione. Ma, stranamente, è il contrario di una lettura sgradevole. L'eleganza del suo corruccio e della sua afflizione, il suo intelligente senso del comico, la benevola presa in giro con i quali ammanta la sua riprovazione sono fatti apposta per dissolvere il nostro raccapriccio in allegria. Attraverso se stesso, attraverso il fascino del suo linguaggio e la limpidezza della sua critica con i quali avviluppa l'incresciosa parte documentaria, all'indegno aspetto negativo, falso e malefico oppone a conforto ciò che è positivo e giusto, la ragione, la bontà e l'umanità. (dall'Introduzione di Thomas Mann)

      La scuola dei barbari