Se questo è un uomo di Primo Levi è un’opera fondamentale della letteratura del Novecento, una testimonianza intensa e lucida dell’orrore dei campi di concentramento nazisti. Con uno stile sobrio e privo di retorica, Levi racconta la propria esperienza ad Auschwitz, restituendo al lettore una visione nitida e terribile della disumanizzazione subita dai prigionieri. Ciò che colpisce profondamente è la capacità dell’autore di mantenere uno sguardo razionale e analitico anche di fronte al male assoluto. Levi non cerca vendetta o pietà: il suo intento è comprendere, ricordare e far ricordare, affinché simili atrocità non si ripetano. La narrazione è limpida, essenziale, e proprio per questo ancora più potente. Se questo è un uomo non è solo un libro di memorie, ma un monito universale sull’importanza della dignità umana, della memoria e della responsabilità morale. È una lettura necessaria, che lascia un segno profondo e invita a riflettere su cosa significa davvero essere uomini.
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Eines der bedeutendsten Zeugnisse des Holocaust ist Primo Levis „Ist das ein Mensch?“, in dem er von seinem Jahr in Auschwitz erzählt. Gerade weil Levi in seiner Autobiographie die Welt des Vernichtungslagers mit dem kühlen Blick des Naturwissenschaftlers sieht, tritt der alltägliche Horror umso deutlicher hervor. Zusammen mit der Fortsetzung „Die Atempause“, dem Bericht über Levis abenteuerliche Rückkehr nach Italien, liegt das Werk nun nach fünfzig Jahren als Neuausgabe mit einem ausführlichen Kommentar zu Entstehungsgeschichte und Rezeption vor.