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L'eredità Winshaw

Questa saga approfondisce le intricate vite di un'importante famiglia britannica nel corso del XX secolo. La serie fonde magistralmente dramma familiare, satira sociale e narrazioni avvincenti di ambizione e tradimento. Segui generazioni di figure influenti mentre si svelano i loro segreti, desideri e l'eredità che creano. Offre un'esplorazione avvincente del potere, della classe e delle complessità delle relazioni umane, il tutto intriso di arguzia tagliente.

Numero undici
What a carve up!

Ordine di lettura consigliato

  1. 1

    What a carve up!

    • 512pagine
    • 18 ore di lettura

    A brilliant noir farce, a dystopian vision of Britain, a family history and the story of an obsession. Michael is a lonely, rather pathetic writer, obsessed by the film, 'What A Carve Up!' in which a mad kinfeman cuts his way through the inhabitants of a decrepit stately pile as the thunder rages. Inexplicably he is commissioned to write the family history of the Winshaws, an upper class Yorkshire clan whose members have a finger in every establishment pie, from arms dealing to art dealing, from politics to banking to the popular press and factory farming. During his researches Michael realizes that the Winshaws have cast a blight on his life, as they have on Britain. His confidence, his sexual and personal identity begin to reform. In a climax set in the Winshaw's family seat the novel turns into the film, 'What A Carve Up!' as a murderous maniac stalks the family and Michael discovers the significance of Shirley Eaton's lingere.

    What a carve up!
  2. 2

    Numero undici

    • 384pagine
    • 14 ore di lettura

    “Coe è tornato a fare ciò che gli riesce meglio. Numero undici è una satira graffiante dello stato delle cose, dalla trama barocca ed estremamente allusivo, un libro arrabbiato ed esuberante. Non solo Coe è tornato, ma è tornato in grande forma.” The Sunday Times L’undicesimo romanzo di Jonathan Coe è una storia dei nostri tempi: dal suicidio di David Kelly, lo scienziato britannico che aveva rivelato le bugie di Tony Blair sulla guerra in Iraq, agli anni austeri della Gran Bretagna che conosciamo oggi. È un romanzo su quell’infinità di piccole connessioni tra la sfera pubblica e quella privata, e su come queste connessioni finiscano per toccarci, tutti. È un romanzo sui lasciti della guerra e sulla fine dell’innocenza. È un romanzo su come spettacolo e politica si disputino la nostra attenzione, e su come alla fine probabilmente è lo spettacolo ad avere la meglio. È un romanzo su come 140 caratteri possono fare di tutti noi degli zimbelli. È un romanzo su cosa significhi vivere in una città dove i banchieri hanno bisogno di cinema nelle loro cantine e altri di banche del cibo all’angolo della strada. È un romanzo in cui Coe sfodera tutta la sua ingegnosità, il suo acuto senso della satira e la sua capacità di osservazione per mostrarci, come in uno specchio, il nuovo, assurdo e inquietante mondo in cui viviamo.

    Numero undici