La trilogia Sfere, opera maggiore di Peter Sloterdijk, propone una storia filosofica delle culture umane attraverso una figura, la sfera, che rappresenta il cuore del progetto di razionalizzazione dell’immagine del mondo e dell’uomo nella filosofia classica. Le sfere al centro del progetto indicano più di semplici figure geometriche. La capacità di creare forme sferiche implica sin dalle origini della civiltà umana la possibilità di accedere a costruzioni di senso capaci di orientare l’intera esperienza dell’uomo, nella dimensione dell’intimità e in quella definita dagli orizzonti della civilizzazione. In tale prospettiva, Sfere esprime il tentativo di definire una visione della storia umana e della condizione contemporanea a partire da una teoria dello spazio animato. Il primo volume, Bolle, elabora una filosofia dell’intimità, contrapponendo all’immagine autosufficiente dell’individuo il concetto di diade originaria. Si presenta, in questo modo, come un esperimento “microsferologico”, teso a decifrare i piccoli mondi del vincolo di coppia o della partecipazione simbiotica, ovvero a disegnare figure di animazione che, pur non potendo avere forma sferica in termini geometrici, sono assimilate a sfere metaforiche, cioè appunto a bolle.
Sfera Serie
Questa trilogia approfondisce gli spazi nascosti di coesistenza che plasmano l'esperienza umana. Dall'intimo conforto del grembo materno ai vasti sistemi di nazioni e stati, la serie esplora come gli esseri umani cercano, e spesso non riescono a trovare, un rifugio. Esamina il profondo legame tra le nostre crisi interiori e il crollo delle strutture esterne che diamo per scontate. È un viaggio filosofico nell'essenza stessa dell'esistenza umana e nella nostra ricerca di dimora.



Ordine di lettura consigliato
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Il secondo volume della trilogia Sfere indaga le dinamiche di passaggio dalle microsfere (bolle) alle macrosfere (globi): sotto i riflettori sono Dio e il mondo, e con essi tutte le figure “macrosferologiche”, di natura sia politica sia metafisica, che hanno dato vita a costruzioni simboliche e istituzionali di grandi dimensioni. Sloterdijk traccia un itinerario che, partendo dalle città mesopotamiche, arriva fino alle società contemporanee, interpretando tali costruzioni come dispositivi “immunitari” mediante i quali i collettivi umani erigono difese contro l’insensatezza e l’esteriorità del mondo. Il volume si chiude con un’ampia teoria della globalizzazione, presentata come un monito contro le semplificazioni imperanti nel dibattito contemporaneo: è impossibile comprendere la globalizzazione terrestre moderna, sostiene Sloterdijk, ignorando il fatto che è stata preceduta dalle globalizzazioni metafisiche di matematici, filosofi e teologi, a partire da quella che ha dato vita, con la figura del cosmo, alla prima geometrizzazione filosofica dell’universo.
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Spheres
- 912pagine
- 32 ore di lettura
An epic project in both size and purview, Peter Sloterdijk's three-volume, 2,500-page Spheres is the late-twentieth-century bookend to Heidegger's Being and Time. Rejecting the century's predominant philosophical focus on temporality, Sloterdijk, a self-described "student of the air," reinterprets the history of Western metaphysics as an inherently spatial and immunological project, from the discovery of self (bubble) to the exploration of world (globe) to the poetics of plurality (foam). Exploring macro- and micro-space from the Greek agora to the contemporary urban apartment, Sloterdijk is able to synthesize, with immense erudition, the spatial theories of Aristotle, René Descartes, Gaston Bachelard, Walter Benjamin, and Georges Bataille into a morphology of shared, or multipolar, dwelling-identifying the question of being as one bound up with the aerial technology of architectonics and anthropogenesis."-