Calende greche
- 231pagine
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Il contributo letterario di Gesualdo Bufalino è contrassegnato da una profonda esplorazione della psiche umana e della natura effimera dell'esistenza. La sua scrittura si distingue per uno stile raffinato e un distacco ironico, catturando abilmente l'intricata interazione tra realtà e illusione. La prosa di Bufalino è intrisa di malinconia e di una fascinazione per il linguaggio stesso, offrendo ai lettori una prospettiva unica sulla condizione umana.






In un'isola penitenziaria, probabilmente mediterranea e borbonica, fra equivoche confessioni e angosce d'identità, un gruppo di condannati a morte trascorre l'ultima notte.
Nuova edizione accresciuta da pagine inedite e dagli archivi dell'opera
Nel 1946, in un sanatorio della Conca d'oro - castello d'Atlante e campo di sterminio - alcuni singolari personaggi, reduci dalla guerra, e presumibilmente inguaribili, duellano debolmente con se stessi e con gli altri, in attesa della morte. Lunghi duelli di gesti e di parole; di parole soprattutto: febbricitanti, tenere, barocche - a gara con il barocco di una terra che ama l'iperbole e l'eccesso. Tema dominante, la morte: e si dirama sottilmente, si mimetizza, si nasconde, svaria, musicalmente riappare. E questo sotto i drappeggi di una scrittura in bilico fra strazio e falsetto, e in uno spazio che è sempre al di qua o al di là della storia - e potrebbe anche simulare un palcoscenico o la nebbia di un sogno... "Ingegnoso nemico di se stesso", finora sfuggito a ogni tentazione e proposta di pubblicare, uomo, insomma, che ha letto tutti i libri senza cedere a pubblicarne uno suo,