Questa serie ti trasporta in un affascinante paese della costa, incentrato sul vivace Bar Lume. Qui, un gruppo di gentiluomini esperti si riunisce quotidianamente, le cui routine di caffè e carte vengono interrotte da intriganti misteri locali. Con un mix di arguzia acuta e fascino accogliente, intraprendono indagini amatoriali, svelando i segreti e le eccentricità della loro comunità affiatata. Queste narrazioni offrono una deliziosa miscela di umorismo, suspense e uno sguardo commovente sulla vita delle piccole città italiane.
Al BarLume, in un paese della costa intorno a Livorno, tra un caffè e una briscola in cinque, quattro vecchietti e il barista si ritrovano a chiacchierare, discutere, contendere, litigare e infine indagare sul delitto di una giovane ragazza. E sotto all’intrigo giallo, la vita di una provincia ricca che sopravvive testarda alla devastazione del consumismo turistico.
Ampelio, Aldo, Rimediotti e Del Tacca sono i quattro detective del BarLume. Attorno al biliardo analizzano l'incidente mortale di un ragazzino e il coma della madre, convinti che non si tratti di un semplice incidente.
Das Leben könnte so schön sein. Gerade hat Massimo seine Bar renoviert, es ist Sommer, und vom Meer weht eine leichte Brise. Wenn nur nicht Tiziana, seine Kellnerin, gekündigt hätte und kein Ersatz für sie in Sicht wäre. Und wenn nicht sein Großvater und seine drei alten Freunde den schönsten Platz unter der Ulme okkupiert hätten, um den ganzen Tag Karten zu spielen. Und es kommt noch schlimmer: Massimo stürzt über eine Wurzel und liegt im Krankenhaus, während die Alten mal wieder einen Mörder ins Visier nehmen - und nebenbei die Bar für ihn schmeißen.
"'Ora, Ampelio, secondo lei io mi metto a parlare del caso qui, al bar, di fronte a tutto il paese?'. 'Come, tutto il paese? Ci siamo solo noi quattro'. 'Appunto' confermò la commissaria". Ma in realtà tra la giovane commissaria Alice Martelli e i quattro vecchietti del BarLume s'è creato un feeling operativo. Il pettegolezzo come sistema investigativo trova una riconosciuta efficacia. È successo che Vanessa Benedetti è scomparsa. Venuta da fuori, dalla "lontana" Umbria, gestisce col marito Gianfranco, da cui ha divorziato per motivi fiscali, uno zoppicante agriturismo. Un giorno ordina chili e chili di carne, ma i tedeschi suoi ospiti pranzano regolarmente al Bocacito, il ristorante di uno dei pensionati. Poi svanisce nel nulla. Questo basta ai vecchietti per saltare al thriller: Vanessa uccisa dal marito che si è liberato del corpo. Tutte farneticazioni di anziani perdigiorno? A moltiplicare le ipotesi infinite che rimbombano nel BarLume, spunta una svolta imprevista. Atlante il Luminoso, un cartomante di successo, che aveva pronunciato da una televisione privata la sua preveggente verità sul caso Vanessa, viene ritrovato cadavere. Assassinio o suicidio? Nonostante la canicola a Pineta, i vecchietti del BarLume, con l'interprete investigativo delle loro maldicenze Massimo il barrista, sono in forma smagliante per dissolvere ogni dubbio, con l'arma della battuta letale e della rissa verbale, nel loro nuovo mistero. (Quelle: www.ibs.it)
Questi sei racconti, con protagonisti i quattro vecchietti del BarLume e il barrista Massimo, sono stati pubblicati per la prima volta in diverse antologie poliziesche di questa casa editrice, a partire da Un Natale in giallo del 2011. Nell’inedita prefazione, a sua volta una sorta di racconto tra i racconti, l’autore, informando della genesi dei personaggi e delle situazioni, ricorda cose della sua gente e dei suoi luoghi così cariche di stranezze di paradosso e di umorismo naturale che si stenta a credere che non siano opera di finzione. «Poco di quello che esce dalla bocca di nonno Ampelio è inventato». Dunque le irriverenze, i giochi geniali di parole, le «sudicerie» oltre il politicamente corretto, il cinismo miscredente, gli strani figuri che si affacciano al bancone del bar, insomma: il clima irresistibilmente anarchico del paesino toscano di Pineta che tanto profuma di antica libertà municipale, viene tutto da un vissuto. Un vissuto messo in scena poi dalla pura arte dell’intrattenimento letterario di Marco Malvaldi. «Arte di non inventarsi nulla» la definisce l’autore: ed essa spiega bene perché i vecchietti del BarLume buchino la pagina. Ma lo spiega anche un’altra qualità: nelle storie del BarLume troviamo rappresentata e tramandata, con consapevolezza antropologica ma voltata al comico della commedia dell’arte, una radicata civiltà locale, una forma di vita popolare, come una delle tante tessere che compongono il mosaico dell’identità degli italiani.