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Furio Jesi

    19 maggio 1941 – 17 giugno 1980
    Secret Germany
    Germania segreta
    Letteratura e mito
    Bachofen
    La morte a Venezia - Tonio Kröger - Tristano
    L'isola del Tonal
    • 2009

      Sono qui riunite tre lunghe novelle - o romanzi brevi -comunemente annoverate tra le opere migliori di Mann. In La morte a Venezia (1913) è narrata la storia di una passione senile dello scrittore Aschenbach, sullo sfondo di una Venezia equivoca e torbida in cui s'annuncia il colera: su quello sfondo morboso ed enigmatico la passione si chiarisce e si esalta, fino al crollo totale del tipico eroe manniano, travagliato dalla lotta incessante fra l'aspirazione eroica della perfezione e dell'autodisciplina e il decadentistico amore dell'irregolare e del dissoluto. Tristano è del 1903: torna, come nei Buddenbrook , la musica wagneriana a motivo conduttore di un processo di dissoluzione fisica e spirituale. Tonio Kröger , pure del 1903, è opera propriamente autobiografica. Il motivo dell'acuta nostalgia di un'adolescenza irrimediabilmente lontana, di una vita semplice e felice, vi è espresso in pagine bellissime alle quali si alternano altre mirabili pagine di critica dell'arte.

      La morte a Venezia - Tonio Kröger - Tristano
    • 2005

      Bachofen

      • 95pagine
      • 4 ore di lettura

      Risalente al 1972, quando Jesi era immerso nella traduzione del Matriarcato, questo saggio inedito su Bachofen - arricchito da un'appendice di note e materiali anch'essi pubblicati qui per la prima volta - si affianca, come una forza autonoma e complementare, allo scritto sullo stesso autore che Walter Benjamin aveva composto durante l'esilio parigino. Jesi riprende e spinge oltre se stesse le categorie dei mitologi reazionari, fino a leggere il nesso tra tomba e proprietà, e la paura degli antichi di restare insepolti, come «allegoria del presente borghese - del vincolo borghese fra senso della proprietà e senso della morte insito nelle "cose"».

      Bachofen
    • 1995

      Nel 1968, incoraggiato da un lettore come Italo Calvino, Jesi consegnava alle stampe quello che possiamo oggi ripresentare come un vero classico della letteratura saggistica. Un'idea mitologica, diceva Kerényi, somiglia al bocciolo di un fiore: capace di schiudersi e svilupparsi, racchiude anche e forma in sé un mondo. Letteratura e mito contiene non solo i primi studi jesiani su Rilke, o anticipa, nelle pagine sulla dimensione collettiva delle mitologie, il tema politico di Spartakus, ma custodisce già nel titolo l'espressione compiuta di un'inimitabile maniera compositiva. Inserendo direttamente gli «elementi mitici fra il materiale letterario», Jesi riunisce in un nucleo coeso e organico le figure di Cesare Pavese, di Novalis e Hoffmann, o di Ezra Pound, colto nel suo contegno parodico di fronte al mito; scrivendo infine il suo capolavoro, offre nel saggio sul romanzo di Apuleio la cifra abbreviata e luminosa della sua stessa opera.

      Letteratura e mito
    • 1995
    • 1989

      L'isola del Tonal

      • 394pagine
      • 14 ore di lettura

      Un etnologo serio, di formazione universitaria, decide di apprendere le arti esercitate dagli stregoni ma, per ben dieci anni, ha l'impressione di essere preso in giro da loro. Solo alla fine scoprirà che questo "imbroglio" è in realtà una tecnica di insegnamento, un modo diverso per avviarlo alla conoscenza e giungere al sapere degli stregoni. Questo libro narra la fasi conclusive dell'imbroglio e forma la sintesi dell'apprendistato. Il sapere degli stregoni sembra essere qualcosa che si sperimenta più con il corpo che con la mente, o almeno che bisogna sperimentare con il corpo prima di conoscerlo con la mente. E' qualcosa che amplifica la coscienza, e nello stesso tempo le fa riconoscere una prigionia ferrea e ineluttabile.

      L'isola del Tonal