Che futuro ha un Paese dove la fame di poltrone ha spinto a inventare le comunità montane al livello del mare? Dove il Quirinale spende il quadruplo di Buckingham Palace? Dove una "lasagnetta al ragù bianco e scamorza" dello chef del Senato costa la metà di una pastasciutta alla mensa degli spazzini? Dove ci sono partiti nati dalla mutazione genetica di una bottega di cuoio e ombrelli? Dove conviene fiscalmente regalare soldi a una forza politica piuttosto che ai bambini lebbrosi? Che futuro ha un Paese così?
Gian Antonio Stella Libri






Milano, 2009; ril., pp. 331. (Saggi Italiani). I cori negli stadi contro Mario Balotelli, i bellicosi picchetti contro gli "zingari" anche se sono veneti da generazioni e fanno di cognome Pierobon, i barriti di parlamentari leghisti ("Marocchini di merda! Marocchini di merda!") contro gli immigrati, lo sfondamento alle elezioni europee di un po' tutti i partiti xenofobi, le spedizioni punitive contro gli stranieri, gli insulti ai "finocchi", il rifiuto in troppi alberghi di bambini down che "disturbano e contrastano col clima di vacanza"... Come a volte capita nella storia, proprio negli anni in cui gli Stati Uniti mandavano alla Casa Bianca il primo afroamericano, pare essere risorta qua e là la pianta maledetta del razzismo, della xenofobia, dell'egoismo egocentrico, del disprezzo verso l'altro che sembrava essere morta nella scia del senso di colpa collettivo per il colonialismo, le leggi segregazioniste americane, l'apartheid in Sudafrica e soprattutto l'Olocausto. Anzi, l'uso strumentale del rapporto con l'anti-semitismo ("l'olocausto è stato un'infamia, gli ebrei sono uguali e forse migliori di noi, Israele è un grande paese e proprio perché io sono filo-sionista posso dire anche che i negri puzzano e i rom rubano...") è diventato, secondo gli ebrei più avvertiti, un fastidioso paravento di tanti neo-razzisti.
Book by Stella, Gian Antonio
I politici politicanti italiani, quelli che Luigi Einaudi chiamava appunto «i Padreterni», sono sordi. Non riescono a capire. Non riescono a vedere, chiusi nel loro fortilizio, l’insofferenza montante dei cittadini. Quattro anni dopo La Casta, gli autori che prima e più di tutti ne hanno denunciato gli sprechi e gli abusi, smascherano punto per punto l’inadeguatezza di un potere che non riesce ad essere classe dirigente. La crisi infuria, l’euro vacilla, l’Italia è a rischio default. Urgono interventi, anche dolorosi, che la manovra correttiva del governo chiede a tutti i cittadini. Be’, non proprio a tutti: le misure che toccano le tasche dei politici vengono rinviate a un ipotetico futuro, e un golpe notturno elimina dalla manovra di Tremonti la norma che adegua le indennità dei parlamentari italiani a quelle, molto più basse, dei colleghi europei. Siamo davvero governati da una casta talmente abituata ai privilegi, da non rendersi conto che il proprio comportamento mette a rischio non solo il decoro, ma anche la tenuta delle istituzioni e della democrazia? Questo libro è un’invettiva che mette i politici e la politica (nazionale e locale) di fronte alle proprie responsabilità.
Los laberintos de la educación
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La educación se ha extendido en todos los países y a todos los grupos sociales, pero sus efectos positivos sobre el desarrollo y el bienestar están lejos de ser alcanzados. Un conjunto de prestigiosos especialistas en el tema analizan en este libro los laberintos de la educación de los niños y los jóvenes ante los cambios de la sociedad. El valor de la educación no depende sólo de su cantidad, es decir, de la duración de la escolarización, sino de su calidad, es decir, de lo que estudia, las técnicas de aprendizaje que se utilizan y los resultados que obtienen los estudiantes. Pero las reformas necesarias chocan con un amplio desconcierto acerca del papel que deben desempeñar los diversos actores sociales y las instituciones en la orientación de la educación. Los padres acusan a la escuela de ineficacia, la escuela se lamenta de que los padres mandan a sus hijos sin una socialización mínima, después todos culpan a la televisión y, por último, las quejas se elevan al gobierno. En los diversos capítulos de este libro se analizan el valor cultural de la educación, su importancia para el desarrollo económico y social, la crisis de la función educativa de la estructura familiar, el lugar de las escuelas privadas o religiosas en una sociedad libre y democrática, la educación en sociedades con múltiples grupos culturales y las deficiencias de la educación para el servicio público ante los retos del mundo actual.
Trudne i piękne powojenne lata w opowieści o mężczyźnie, kobiecie i kraju, który wracał do życia. Zmuszony do opuszczenia Sycylii, Osto szuka szczęścia w Polesine, regionie jeszcze biedniejszym od jego rodzinnych stron. Aby otrzymywać skromną pensję, którą stara ustawa przyznaje „chudym nauczycielom', musi zebrać klasę spośród miejscowych analfabetów. Pomaga mu Ines, której mąż zawieruszył się na wojnie, i wkrótce w świecie zawieszonym między ziemią a wodą, odwieczną nędzą a pierwszymi objawami boomu, złudzeniami komunistów a wrogością dewotek wobec „potajemnych romansów' kiełkuje bolesna i namiętna miłość. Perypetie głównych bohaterów przenoszą nas do magicznych Włoch lat powojennych - kraju biedaków i hochsztaplerów, adwokatów wojujących z księżmi i księży wojujących z grzesznikami, fałszywych świętych i cesarzy, sprzedawców marzeń i smutnych morderców, nieustraszonych cyrkowców i nowobogackich zarozumialców. W niezliczonych epizodach ironia i cierpienie, śmieszność i dramaty mieszają się w przedziwnej grze zmyślenia i prawdy - wszystko tu jest wytworem wyobraźni, ale też wszystko, choć to nieprawdopodobne, naprawdę się zdarzyło. Gian Antonio Stella, korespondent „Corriere della Sera', jest jednym z najwybitniejszych włoskich dziennikarzy i autorem kilku książek. Chudy nauczyciel to jego pierwsza powieść, okrzyknięta wielkim wydarzeniem literackim.

