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Silvia Pareschi

    Heather, più di tutto
    L'ultimo segreto
    Come stare soli. Lo scrittore, il lettore e la cultura di massa
    Libertà
    Venivamo tutte per mare
    La porta delle lacrime
    • 2022
    • 2017

      Heather, più di tutto

      • 128pagine
      • 5 ore di lettura

      La vita della famiglia Breakstone ruota tutta intorno a Heather, la loro unica figlia: bella, dolce, piena di compassione per gli altri, sensibile e seducente. Agli occhi dei genitori, Heather possiede la compiuta perfezione di un orizzonte che tutto abbraccia, oggetto di un amore così assoluto che sembra in grado di redimere le loro esistenze di successo eppur mediocri: un matrimonio per caso e rassegnazione, un lavoro prestigioso ma non come quello degli amici, un appartamento grande ma non come quello dei vicini. Ma Heather no, Heather è unica, è solo loro. La vita di una famiglia come tante, che come tante è sospinta in avanti dall'abitudine e dalle norme sociali, attraverso le rarefatte e ansiose alte sfere. In basso invece, così in basso che sembra distante interi universi, c'è Bobby, un grumo di fallimenti e errori: quelli della madre drogata che l'ha messo al mondo nell'indifferenza; quelli della società che non sa offrirgli nessuna prospettiva che non passi per la violenza; quelli di Bobby stesso, che l'hanno condotto in carcere. Bobby e i Breakstone sono due atomi lontanissimi e diversi, apparentemente destinati a non incontrarsi mai: eppure il loro incontro sarà tanto imprevedibile quanto spiazzante, destinato a ribaltare qualsiasi aspettativa del lettore. Con il suo primo romanzo, Matthew Weiner conferma la sensibilità per il dettaglio capace di illuminare un destino dimostrata in Mad Men . Heather, più di tutto possiede il passo asciutto e fatale del thriller sotto cui si nasconde un affresco sociale spietato degno della grande tradizione letteraria che da Richard Yates arriva dritta a Franzen.

      Heather, più di tutto
    • 2012

      Venivamo tutte per mare

      • 142pagine
      • 5 ore di lettura

      Una voce forte, corale e ipnotica racconta dunque la vita straordinaria di queste donne, partite dal Giappone per andare in sposa agli immigrati giapponesi in America, a cominciare da quel primo, arduo viaggio collettivo attraverso l'oceano. È su quella nave affollata che le giovani, ignare e piene di speranza, si scambiano le fotografie dei mariti sconosciuti, immaginano insieme il futuro incerto in una terra straniera. A quei giorni pieni di trepidazione, seguirà l'arrivo a San Francisco, la prima notte di nozze, il lavoro sfibrante, la lotta per imparare una nuova lingua e capire una nuova cultura, l'esperienza del parto e della maternità, il devastante arrivo della guerra, con l'attacco di Pearl Harbour e la decisione di Franklin D. Roosevelt di considerare i cittadini americani di origine giapponese come potenziali nemici. Fin dalle prime righe, la voce collettiva inventata dall'autrice attira il lettore dentro un vortice di storie fatte di speranza, rimpianto, nostalgia, paura, dolore, fatica, orrore, incertezza, senza mai dargli tregua. Un altro scrittore avrebbe impiegato centinaia di pagine per raccontare le peripezie di un intero popolo di immigrati, avrebbe sprecato torrenti di parole per dire cos'è il razzismo. Julie Otsuka ci riesce con queste essenziali, preziose pagine.

      Venivamo tutte per mare
    • 2011

      Libertà

      • 622pagine
      • 22 ore di lettura

      Patty e Walter Berglund erano i nuovi pionieri della vecchia St. Paul, in Minnesota: campioni della “gentrificazione”, genitori a tutto tondo, avanguardisti della Whole Food generation, la generazione del cibo sano. Patty era il prototipo del vicino di casa ideale, quello che sa dirti dove gettare le batterie esauste o come far sì che i poliziotti di quartiere facciano il loro lavoro come si deve. Era una madre d’invidiabile perfezione e una moglie dei sogni per Walter. Insieme a lui – avvocato ambientale, pendolare in bicicletta, tutto lavoro e famiglia – stava facendo la sua piccola parte per costruire un mondo migliore. Ma ora, nel nuovo millennio, i Berglund sono diventati un mistero. Perché il loro figlio adolescente è andato a stare con la famiglia brutalmente repubblicana della porta accanto? Perché Walter ha accettato di andare a lavorare per un colosso del carbone? Che ci fa ancora nella loro vita Richard Katz, rocker eccentrico nonché migliore amico e rivale di Walter al college? E soprattutto, che cosa è successo a Patty? Perché la stella fulgente di Barrier Street è diventata «un vicino di casa di tutt’altro tipo», una furia implacabile che perde il controllo sotto gli occhi attenti del vicinato? Nel suo primo romanzo dai tempi delle “Correzioni”, Jonathan Franzen ci dà un’epica dell’amore e del matrimonio contemporanei. “Libertà” cattura le tentazioni e gli oneri dell’essere liberi nei loro aspetti comici come in quelli tragici: il brivido delle pulsioni adolescenziali, i compromessi traballanti della mezza età, i redditi delle aree suburbane, il peso di un impero. Registrando gli errori e le gioie dei vividi personaggi di “Libertà” nella loro lotta per imparare a vivere in un mondo sempre più confuso, Franzen ha prodotto un ritratto del nostro tempo indelebile e di grande impatto emotivo.

      Libertà
    • 2010

      Contemporanea: Albero di fumo

      • 728pagine
      • 26 ore di lettura

      Questa è una storia di guerra, la guerra combattuta dagli americani in Vietnam. È la storia di William "Skip" Sands - agente della cia, programma Psychological Operations contro i vietcong - e delle vicende disastrose che gli toccano in sorte. È anche la storia dei fratelli Houston, Bill e James, giovani poveri e disadattati che scivolano, senza quasi averne coscienza, dal deserto dell'Arizona fin dentro un conflitto elusivo, dai confini indistinti. È poi la storia del colonnello Francis Xavier Sands, zio di Skip, cattolico praticante, studente a Notre Dame, campione di football, eroe della Seconda guerra mondiale, scheggia impazzita negli alti ranghi della cia. Ed è infine la storia di Kathy Jones, moglie di un missionario protestante assassinato nelle Filippine, amante di Skip Sands, irriducibile angelo laico in un'organizzazione che si occupa di orfani vietnamiti in circostanze impossibili. Nessuna di queste storie, come si può facilmente immaginare, prevede un lieto fine tradizionale. Ma nessuna è segnata dalla disperazione assoluta.

      Contemporanea: Albero di fumo
    • 2010

      La porta delle lacrime

      • 684pagine
      • 24 ore di lettura

      Marion e Shiva sono gemelli identici, frutto della relazione segreta tra una giovanissima suora indiana e un impenetrabile chirurgo inglese che lavorano insieme in un ospedale missionario di Addis Abeba negli anni Cinquanta. Orfani della madre, che muore durante il parto, e abbandonati dal padre, che scompare senza dare più notizie di sé, i bambini vengono adottati da una coppia di medici indiani di stanza al Missing Hospital e crescono uniti da un'intesa fortissima, quasi paranormale, e dalla medesima passione per la medicina, sullo sfondo dell'Etiopia scossa da fermenti rivoluzionari. A dividerli però non è la politica ma la passione per la stessa donna: sconvolto, Marion lascia l'Africa per gli Stati Uniti, dove si rifugia nel lavoro di medico presso un povero ospedale del Bronx. Quando il passato ritorna - e quasi lo uccide Marion si ritrova ad affidare la propria vita ai due uomini di cui meno si fida al mondo: il padre chirurgo che l'ha abbandonato e il fratello che lo ha tradito. Ed è proprio lui a raccontare in prima persona la storia di tutti.

      La porta delle lacrime
    • 2007

      I figli dell'imperatore

      • 493pagine
      • 18 ore di lettura

      Murray Thwaite, affascinante giornalista liberal di mezza età, è l"'imperatore" della scena artistico-letterario-mediatica newyorkese, il "venerato maestro" intorno al quale orbitano i personaggi di questa dark comedy sofisticata e ironica, "divisi tra Grandi Idee e l'ultimo party": Marina, la bellissima figlia di Murray, che a trent'anni vive ancora con i genitori e tenta invano di scrivere un libro sulla moda per bambini; Danielle, la migliore amica di Marina, produttrice televisiva emancipata e intelligente ma pronta a cadere nella trappola di una relazione vagamente incestuosa con Murray; e Julius, il vulnerabile e promiscuo critico gay che si innamora di un pericoloso principe azzurro di Wall Street. Due nuovi arrivi alterano l'equilibrio del terzetto di amici: Ludovic, un australiano dal fascino discutibile che seduce Marina per introdursi nella cerchia ristretta e insidiare la reputazione di Murray; e Ciccio, il giovane e disadattato nipote di Murray, che con ingenuità finisce per aiutare Ludovic. La storia si svolge dal marzo al settembre del 2001, immediatamente prima e dopo l'attacco dell'11 settembre, in un turbine di ricevimenti e vernissage, premi letterari e matrimoni aristocratici, lussuosi appartamenti su Central Park e monolocali bohémien nel Village. Il crollo delle Twin Towers rischia di spazzar via anche il castello di bugie su cui Thwaite ha costruito la propria fama ed esistenza, insieme ai sogni e alle illusioni dei suoi figli, veri e metaforici...

      I figli dell'imperatore
    • 2006

      ET: Cosmopolis

      • 180pagine
      • 7 ore di lettura

      Un giovanissimo miliardario vive in un attico su tre piani, colleziona quadri e squali, ha una moglie di prestigio e patrimonio adeguati. Una splendida mattina, spinto da una strana inquietudine, sale in limousine e dice all'autista di portarlo dall'altra parte di Manhattan, nel West Side per "tagliarsi i capelli". Inizia così un viaggio che è una metafora, un attraversamento da est a ovest del cuore del mondo in una sola giornata, un percorso alla ricerca della proprie radici e della morte.

      ET: Cosmopolis
    • 2003

      La riflessione sulla solitudine è il filo rosso che lega fra loro questi tredici saggi, pubblicati fra il 1994 e il 2001 in diverse riviste americane. Tuttavia il lettore che si addentra nel variegato insieme di generi e argomenti affrontati nella raccolta non si sente mai solo: l'autore, con il suo stile inconfondibile e il suo appassionato spirito critico, è infatti una presenza viva e costante. Il linguaggio brillante e raffinato di Le correzioni ritorna nelle sue molteplici sfaccettature, adattandosi docilmente alle esigenze via via: del saggio letterario (il famoso e discusso articolo di Harper's sul destino del romanzo americano e su ciò che resta del compito «sociale» dello scrittore); del racconto autobiografico (Il cervello di mio padre, toccante resoconto della lotta del padre contro l'Alzheimer; Ci vediamo a St. Louis, sui retroscena del «caso Oprah»); del «pezzo di costume» (Libri a letto, divertente indagine sui libri di sessuologia popolare; L'alcova imperiale, lucida analisi della confusione tra sfera pubblica e sfera privata e dell'ossessione americana per la privacy); del giornalismo di indagine (il reportage sulle carceri di massima sicurezza americane intitolato Unità di controllo). Alla base di tutti questi saggi, come afferma lo stesso autore, c'è «il problema di preservare individualità e complessità in mezzo al frastuono e alle distrazioni della cultura di massa: la questione di come stare soli», ovvero il coraggio di coltivare una solitudine che fa paura ma che può diventare la chiave per la nostra sopravvivenza spirituale.

      Come stare soli. Lo scrittore, il lettore e la cultura di massa