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Luigi Lunari

    La locandiera
    I viceré
    • 2011

      I viceré

      • 544pagine
      • 20 ore di lettura

      Considerato, insieme a "I Malavoglia" di Verga, uno dei capolavori del verismo italiano, lo splendido romanzo di De Roberto narra la storia di un'antica famiglia catenese, discendente da antichi viceré spagnoli della Sicilia, gli Uzeda di Francalanza, che si dipana per tre generazioni, dai primi moti rivoluzionari siciliani agli ultimi decenni del XIX secolo. La saga familiare ha inizio con la morte della principessa Teresa e con la lettura del suo testamento, e la smaniosa ricerca delle eredità, di cui impossessarsi anche con la truffa, sarà una costante di tutto il racconto. I personaggi creati da De Roberto sono infatti avidi, meschini, assetati di potere e carichi di odio gli uni verso gli altri. La loro corruzione morale si manifesta anche nell'aspetto fisico, con una serie di malformazioni dovute ai frequenti matrimoni tra consanguinei. I vizi e le furberie immaginate dall'autore fanno degli Uzeda una famiglia particolarmente attuale. Secondo lo stesso Consalvo, ultimo discendente della nobile stirpe, il loro destino è quello di comandare, prima con il denaro e la violenza, poi con l'inganno e il tradimento. Ma oltre alla vicenda degli Uzeda, "I Viceré" offre anche un affresco dai toni forti e disillusi della storia d'Italia prima dell'unificazione, da cui emerge il fallimento degli ideali risorgimentali, e fornisce una descrizione impietosa e ironica del popolo italiano.

      I viceré
    • 2003

      La locandiera

      • 220pagine
      • 8 ore di lettura

      Messa per la prima volta in scena sul palcoscenico del Teatro Sant'Angelo a Venezia nel 1753, La locandiera piacque subito molto, anche se forse non riuscì ad affascinare del tutto il pubblico del tempo. Originale, spiazzante, giocata su una storia d'amore che non si sviluppa secondo gli schemi consueti, ma anzi li rovescia in un gioco di imprevisti, La locandiera era probabilmente troppo "moderna", troppo audace per la sua epoca. Più che una vicenda sentimentale, il commediografo veneziano aveva infatti scritto una storia sull'egoismo e sulla forza di carattere, magnificamente rappresentati nella seducente e sicura Mirandolina, civetta e donna d'affari, indimenticabile e luminoso esempio di un eterno femminino davanti al quale devono crollare tutte le difese degli uomini, anche (e soprattutto) di quelli che fanno sfoggio di un'esasperata misoginia.

      La locandiera