Silvio Pellico usciva dallo Spielberg nell'agosto del 1830, Le mie prigioni furono pubblicate nel novembre 1832. La distanza di tempo è importante per capire il clima da cui nasce il libro: un clima di "vitalità" che è divenuta tutta interiore, ma anche un clima di assoluto isolamento, a cui Pellico è relegato, come dice, dal "sospetto dei politici" e dal "timore dei benpensanti". C'è dunque ne Le mie prigioni - sicuramente - la tentazione dell'autore a erigersi a monumento, sia pure modesto, di farsi modello di precetti austeri. Ma c'è anche in esse l'affanno di un "povero cuore": una fragilità che rende tormentosa (e pericolosa) a lui la "solitudine continua", che gli fa nemica "l'immaginativa" e persino la più semplice memoria degli affetti. In questa verità di un movimento interiore, che ha poi sulla pagina una sua intensa proiezione figurativa, può essere letto oggi questo libro, a più di centocinquant'anni dalla sua prima pubblicazione.
Silvio Pellico Libri
Silvio Pellico è stato uno scrittore, poeta e patriota italiano, noto soprattutto come autore di Le mie prigioni. La sua opera letteraria si concentra su profonde riflessioni personali e trasformazioni spirituali, spesso ispirate dalle sue esperienze. Lo stile di Pellico è caratterizzato dalla sua sincerità e introspezione malinconica. Le mie prigioni offre una prospettiva senza tempo sulla resilienza umana di fronte all'oppressione e alla ricerca della libertà interiore.







Le mie Prigioni. Dei doveri degli uomini
La vita e le opere di Silvio Pellico
Nell'archivio di Saluzzo sono conservati testi di Silvio Pellico, tra cui la tragedia "Ester", scritta durante il processo. Il manoscritto, datato giugno 1821, riflette il lavoro dell'autore. Pubblicata nel 1830 dopo la sua liberazione, l'opera è raccontata dallo stesso Pellico nell'introduzione delle sue Opere inedite.
Dopo otto anni di silenzio, il Pellico riscopre la vita attraverso la corrispondenza, definendo il carcere come una "tomba". Nel 1823, Alexandre Andryane, ex ufficiale napoleonico, affronta l'ergastolo per motivi economici e sentimentali. La sua giovinezza e ironia lo aiutano a superare l'esperienza carceraria con maggiore leggerezza.
Nel suo testamento del 1854, Pellico esprime gratitudine verso la marchesa Giulia Falletti Di Barolo, definendola "venerata ed amata". Dal 1834, ha collaborato con i coniugi Barolo, gestendo conti e lettere, e godendo della loro amicizia. Giulia, dopo la morte del marito, ha continuato le opere caritatevoli e amministrato l'eredità con saggezza.
Le lettere a Giovan Pietro Vieusseux e Giuseppe Montani, scritte da Pellico tra il 1832 e il 1833, sfidano l'idea di un Pellico "reazionario" dopo la prigionia. Dimostrano l'apprezzamento del suo libro tra i liberali moderati e rivelano il suo ritrovato coraggio letterario dopo "Le mie prigioni".
Le lettere di Silvio Pellico, destinate a due scrittori veneti, documentano l'evoluzione del suo pensiero letterario tra il 1835 e il 1846. In questo periodo, Pellico passa dalla poesia a opere di carità, seguendo la marchesa Di Barolo, rivelando un lato meno conosciuto della sua vita e carriera.
Silvio Pellico, noto per le sue intense storie d'amore, ricorda con tenerezza il primo amore per Carlottina, una giovane torinese. La sua passione è celebrata nella cantica "Le passioni" del 1835, dove esprime i sentimenti di un amore puro e innocente. Il libro include versi scelti e un'introduzione sulle sue storie d'amore.
La presente edizione è stata curata da Cristina Contilli giornalista e studiosa del Pellico su cui nel 2006 ha discusso una tesi di dottorato presso l'università di Macerata. In collaborazione con archivi e biblioteche la curatrice ha già ripubblicato alcune cantiche e tragedie del Pellico, sulla base degli autografi dell'autore. La presente edizione è stata curata da Cristina Contilli giornalista e studiosa del Pellico su cui nel 2006 ha discusso una tesi di dottorato presso l'università di Macerata. In collaborazione con archivi e biblioteche la curatrice ha già ripubblicato alcune cantiche e tragedie del Pellico, sulla base degli autografi dell'autore.