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Ernst Kantorowicz

    3 maggio 1895 – 9 settembre 1963

    Ernst Kantorowicz, nato in una famiglia tedesco-ebraica assimilata, abbandonò gli affari dopo la Prima Guerra Mondiale per dedicarsi alla filosofia e alla storia. Il suo primo lavoro sull'imperatore Federico II adottò un approccio non ortodosso e poetico, ritraendo il sovrano come un leader spirituale idealizzato e suscitando dibattiti nella comunità storica. Profondamente influenzato dall'estetica e dal misticismo del gruppo Georgekreis, Kantorowicz si concentrò sulle dimensioni poetiche e culturali della storia piuttosto che sulle narrazioni politiche convenzionali. Il suo capolavoro successivo esplorò la teologia politica medievale, tracciando il concetto di potere reale come unione della persona e dell'incarnazione della comunità, lasciando un segno indelebile nel campo.

    Ernst Kantorowicz
    Die zwei Körper des Königs
    The King's Two Bodies
    Frederick the Second
    The King's Two Bodies
    La sovranità dell'artista
    Federico II, imperatore
    • 2005

      "Stupor mundi" fu detto dai contemporanei Federico II di Svevia, l'unico degli imperatori germanici del medioevo, insieme al Barbarossa, che occupi un posto riconosciuto nella nostra storia e subito ci rimandi a immagini evidentissime: la disfatta inflittagli nel 1248 dai popolani di Parma, la città di quel Salimbene che lo paragonava a un drago funesto; gli splendori della corte di Sicilia, consacrati dalla lirica della "prima scuola", di cui il sovrano medesimo era mecenate; i castelli di Puglia, gli arcieri musulmani, le donne dell'harem, le cacce col falcone illustrate nel suo trattato, il più ricco che ci resti in materia. Immagini romantiche, però. E confluenti verso un'interpretazione convenzionale, che confina Federico in una luce araldica di crepuscolo: per chiudere con la sua figura un conflitto secolare tra impero e chiesa, e inaugurare invece il decollo della civiltà borghese mercantile culminante nel rinascimento. Qui l'imperatore non è segnacolo di una fase storica schematizzata, ma si muove all'interno di un complicato gioco d'azioni e di reazioni. Di lui viene rivelata, duplice e sconcertante, l'anima insieme feudale e "illuminata": il senso feroce del potere, e lo scetticismo che a esso poneva di continuo un limite invalicabile.

      Federico II, imperatore