La storia degli individui come delle società procede in un intreccio di memoria e oblio dove l'una non sta senza l'altro. Rileggendo i grandi monumenti della letteratura e del pensiero occidentale, Weinrich ricostruisce modi e significati del dimenticare in un originale percorso che parte dall'Ulisse omerico e attraverso Ovidio e Dante, Agostino e Casanova, Goethe e Nietzsche, Freud e gli autori testimoni della Shoah giunge al mondo d'oggi: un mondo smemorato, capace di creare e distruggere informazioni con altrettanta rapidità. E forse questo flusso di informazioni non è che un affluente del Lete, il fiume dell'oblio.
Harald Weinrich Ordine dei libri






- 2010
- 2009
I mito racconta che Zeus donò alla prima donna, la bellissima Pandora, un vaso raccomandandole di non aprirlo. Contravvenendo per curiosità al monito del dio, la giovane ne sollevò il coperchio. E fu così che da lì tutti i mali e tutti i beni del mondo si riversarono sul genere umano. Nella traccia del racconto mitologico, Harald Weinrich ripete adesso il gesto di Pandora, lasciando che dal deposito delle sue letture si diffondano nove piccole storie sul bene e sul male nella cornice della letteratura di tutti i tempi. Vi si parla di sogni che durano più della realtà, della vera storia della scritta INRI sulla santa croce, di ospiti che diventano nemici, di un diavolo "civilizzato", di mali fisici morali metafisici e di molto altro ancora.
- 2006
Se è vero che l'uomo vive sempre più a lungo, è anche vero che il tempo si fa sempre più ristretto. Che cosa innesca questo meccanismo perverso? A tale interrogativo l'autore dà una pluralità di risposte tratte dalla mitologia (dove Crono, il tempo, divora i propri figli), dalla storia, dall'economia ("il tempo è denaro") e dalla filosofia ("la vita è lunga abbastanza", afferma Seneca). Ma a parlare sono soprattutto gli autori di ogni epoca Omero, Dante, Shakespeare, Goethe nonché, più vicini, Garcia Marquez e Tabucchi. Ne risulta una storia culturale dell'esistenza "a termine", che il lettore potrà leggere concedendosi, infine, un tempo adeguatamente lungo.