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Irmgard Keun

    6 febbraio 1905 – 5 maggio 1982

    Irmgard Keun è stata una romanziera tedesca nota per i suoi ritratti della vita delle donne durante la Repubblica di Weimar e i primi anni dell'era nazista. Le sue opere catturano le sfide e le esperienze delle donne che affrontano significativi sconvolgimenti sociali e politici. Dopo aver intrapreso la recitazione, Keun si dedicò alla scrittura, con i suoi libri infine banditi dalle autorità naziste ma ottenendo riconoscimento verso la fine della sua vita. La sua prosa offre una prospettiva distintiva sui cambiamenti sociali e sulla resilienza dei suoi personaggi femminili.

    Ferdinand, the Man with the Kind Heart
    After midnight
    Figlia di tutti i paesi
    Doris, la ragazza misto seta
    Una bambina da non frequentare
    Gilgi, una di noi
    • 2018

      «Quando sarò grande cambierò tutto» proclama in uno dei suoi furenti monologhi la piccola peste protagonista di questo romanzo. Sono troppe le cose degli adulti che non le vanno a genio: inutili cattiverie, evidenti bugie, imperdonabili meschinità. Eppure il mondo potrebbe essere così divertente, a volerlo cogliere di sorpresa. Ad esempio battendosi con un denutrito orso del circo, o scrivendo all'imperatore per dirgli che «la guerra è durata già abbastanza ed è una vera porcheria». Imprese impareggiabili tra fioretti e misfatti, che costano a questa «bambina da non frequentare» esasperate ramanzine ma che segnano anche le tappe esemplari di un lungo addio all'infanzia. In questo effervescente romanzo, Keun lascia libere le briglie del suo estro comico, dando vita a una creatura adorabile, sfrontata e ribelle, che non ha paura di sfidare le convenzioni della società né di assaggiare i primi frutti, ancora molto acerbi, dell'amore. Un personaggio memorabile - un po' Gian Burrasca, un po' Huck Finn, un po' Zazie - che dalle strade della Colonia del 1918 continua a insegnarci quanto può essere esilarante imparare a vivere.

      Una bambina da non frequentare
    • 2017

      Doris è giovane, vive in provincia, si innamora spesso e sogna in grande. E a sognare non l'ha imparato nell'oscurità delle notti, ma nel buio delle sale cinematografiche. «La mia vita è come un film, ed è così che la voglio scrivere» annota nelle pagine che compongono questo incalzante romanzo. Una ragazza nella Germania degli anni Trenta, dove l'economia ristagna e la società freme. Quando le moleste attenzioni del capo la costringono a lasciare il lavoro di dattilografa, Doris decide di partire alla conquista della ruggente Berlino. Diventare una stella, risplendere come le luci della grande metropoli, e magari trovare l'amore: ambizioni che la spingono, non senza fraintendimenti e cadute, a reclamare un ruolo da protagonista all'interno della propria vita. Le avventure di questa «ragazza misto seta» sono un vorticoso saliscendi di ambienti e passioni tra splendori e miserie. Al suo fianco l'amica del cuore Tilli, addosso una pelliccia rubata quasi più cara di ogni affetto. La voce irresistibile di Doris trascina con sé un meravigliato gioire dello sguardo e del corpo, una leggerezza di fronte a ogni ostacolo che riluce del mito, moderno e atavico, della giovinezza.

      Doris, la ragazza misto seta
    • 2016

      Un’epoca ormai superata. Rappresenta, quasi programmaticamente, un esempio limpido e scanzonato di quella che i giornali del suo tempo definiscono – tra stupore e preoccupazione – la «nuova donna». Quando non lavora come segretaria e dattilografa, ascolta il jazz, fantastica sul futuro, ama flirtare e divertirsi in compagnia di amici come Pit, che pontifica sul socialismo, e Olga, che è affascinante e non ha paura di esserlo. La sua esistenza, sempre scorsa sui binari di una rigorosa e sognante autodisciplina, deraglia però quando conosce Martin, uno scrittore bohémien capace di scuoterne le certezze costringendola ad affrontare i paradossi e i contrappassi dell’autonomia in un mondo di uomini. L’incontro con l’amore innesca infatti – oltre a un’euforia bruciante – una strenua e vitale sfida per conquistare e difendere la propria libertà, che sfocia in un finale vertiginoso e sorprendente. Una protagonista memorabile – proprio perché «una di noi» – costella di risa, palpiti e pensieri questo romanzo ilare e sensuale, che per la sua sfacciata modernità negli anni Trenta venne messo al rogo dai nazisti. Un gioiello di stile capace di raccontare con leggerezza e ironia una donna che non si arrende, alla tumultuosa ricerca di una sottile, ingorda, dirompente felicità.

      Gilgi, una di noi